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BOLLETTINO EPIDEMIOLOGICO REGIONE PUGLIA 20 GIUGNO 2021

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi domenica 20 giugno 2021 in Puglia, sono stati registrati 3.990 test per l’infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 45 casi positivi: 9 in provincia di Bari, 12 in provincia di Brindisi, 5 nella provincia BAT, 7 in provincia di Foggia, 9 in provincia di Lecce, 3 in provincia di Taranto.

E’ stato registrato 1 decesso, in provincia di Bari.

Dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati 2.615.098 test.

8.655 sono i pazienti guariti.

237.399 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 252.863 così suddivisi:

95.076 nella Provincia di Bari;

25.564 nella Provincia di Bat;

19.712 nella Provincia di Brindisi;

45.118 nella Provincia di Foggia;

26.873 nella Provincia di Lecce;

39.344 nella Provincia di Taranto;

806 attribuiti a residenti fuori regione;

370 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l’acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

COVID@CASA, IL PROGETTO PER LA RIABILITAZIONE DOMICILIARE DEI PAZIENTI COVID

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Previste assunzioni con contratti a tempo determinato per oltre cento fisioterapisti per le attività di recupero funzionale e pneumologico

Potenziare l’assistenza domiciliare riabilitativa per i pazienti positivi o guariti che necessitano di fisioterapia a casa e riabilitazione pneumologica per ridurre l’ospedalizzazione. Con questo obiettivo Dipartimento Salute della Regione Puglia, Protezione civile e AReSS hanno stabilito di implementare la piattaforma regionale di monitoraggio e consulto a distanza, Progetto Covid@casa promosso da AReSS a supporto della attività assistenziale di medici di Medicina generale e dei pediatri di Libera scelta.

In questo momento della emergenza sanitaria in cui la curva dei contagi sta progressivamente calando il servizio sanitario regionale sta prestando maggiore attenzione sull’assistenza da rendere a tutti i pazienti positivi o guariti dal Covid 19. Pazienti che necessitano di cure riabilitative motorie, cardiologiche e pneumologiche che possono essere assicurate a casa, evitando così e/o riducendo il ricorso alle strutture ospedaliere.

“Fra i problemi creati dalla pandemia purtroppo dovremo affrontare quello di tanti pazienti che, dopo la guarigione clinica e virologica, hanno bisogno di un periodo più o meno lungo di riabilitazione soprattutto respiratoria – spiega l’assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco – questo bisogno di cura sarà per noi una occasione per rafforzare la rete di assistenza domiciliare”.

L’idea progettuale è quella di utilizzare 3 sale operative distribuite in tre zone strategiche del territorio regionale – a Foggia, Campi Salentina e a Modugno – dotate della piattaforma Covid@casa per censire le esigenze di riabilitazione domiciliare ed erogare così i servizi. L’equipe a supporto delle control rooms sarà formata da personale medico, infermieristico e amministrativo, compresi i fisioterapisti che avranno un ruolo centrale nel portare avanti le attività di riabilitazione.

Asl Bari metterà a disposizione delle altre aziende sanitarie la graduatoria attualmente attiva dei fisioterapisti per assumere tutte le unità previste.

 

EDITORIALE DELLA DOMENICA. LA POLITICA COME ARTE DELL’IMPOSSIBILE E DELLA TESSITURA

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La politica è l’arte dell’impossibile e, anche dove non arriva la ragione, la politica riesce a risolvere l’irrisolvibile.

In questa fase di composizione delle alleanze e di costituzione di coalizioni che si affronteranno alle prossime elezioni comunali, si assiste ad un dinamismo che, forse, mai prima d’ora si era verificato.

Intanto la coalizione di centrosinistra vede l’adesione di un’altra lista civica che poi non sarebbe altro che quella che doveva essere di Forza Italia ma che, in alternativa ai dettati provinciali, ha preferito lasciare di simbolo di Berlusconi per modificarlo in Forza San Nicandro. Una scelta forte, senz’altro ragionata contro i diktat a cui i vari esponenti storici non si sono voluti adeguare. Nessuno avrebbe mai previsto incontri ravvicinati di partiti tanto diversi tra loro, ma l’esempio del governo Draghi ha fatto scuola e, quindi, potrebbe giustificare i vari comportamenti individuali dei singoli partiti.

L’altra novità eclatante è stata quella di una coalizione di centrodestra naufragata per rinuncia di colui che doveva essere il candidato a primo cittadino. Le ragioni possono essere diverse che forse vanno oltre l’aspetto prettamente politico. Sta di fatto che i partiti e i movimenti che ne facevano parte ora sono rimasti orfani ma continueranno la corsa verso Palazzo Zaccagnino posizionandosi valutando i contendenti in campo. Qualche forza, quasi certamente, aderirà al progetto di Berardi ed altre potrebbero avvicinarsi alla nuova coalizione di centro che potrebbe avere il battesimo a giorni. Come pure, anche singolarmente, forse sarà possibile qualche scelta verso il centrosinistra. Strade diverse sembrano impossibili ma, come si diceva prima, l’impossibile in politica è una parola vuota e senza senso. Anzi, qualcuno ha azzardato l’idea di un’altra nascente coalizione che, ad oggi però, non è ancora possibile prevedere.

Insomma, ora si sta stringendo il cerchio e tutti vogliono far terminare questa prima fase delle coalizioni in campo perché il tempo per riflettere ancora non c’è ma la scelta deve essere fatta perché poi segue un’altra fase ancora più importante e cioè riempire le liste che, come sanno gli esperi ai lavori, non è una cosa facile in quanto la storia ci insegna che molti candidati forse non si sono votati neppure loro.

Tutto questo è la politica che ha il compito di fare del bene alla gente ma che è piena di episodi che vanno dal personalismo al rancore, dalla voglia di unire all’invidia, dalla morale di ciò che è giusto alla morale della sopravvivenza.

Purtroppo la vita è questa e, anche se può sembrare duro tutto questo, la verità è che questo film lo si vede sempre prima delle elezioni. L’auspicio è che tutto termini quanto prima e che si ponga la dovuta attenzione al programma elettorale che dovrebbe essere sempre sulla scrivania all’attenzione del primo cittadino ma che, quasi sempre, viene messo in un cassetto per poi essere dimenticato.

Il Direttore

LE CARTOLINE DI SAN NICANDRO

Continua la pubblicazione delle “100 cartoline di San Nicandro” del prof. Pasquale Colella che lo studioso Emanuele Petrucci ha messo gentilmente a disposizione di Civico 93. La 72^ cartolina porta la seguente didascalia: “Terra rossa. Particolare sparito”.

 

CERTIFICAZIONE VERDE, TUTTO QUELLO CHE C’E’ DA SAPERE

Via libera alla Certificazione verde. Il green pass vaccinale avrà valore dal 1° luglio in tutti i Paesi dell’Ue. Tutti i dettagli (e il testo integrale del Dpcm)

Prende il via in Italia la Certificazione verde Covid-19, il documento gratuito in formato digitale e stampabile.

Ieri sera il presidente del Consiglio Draghi ha firmato il Decreto che definisce le modalità di rilascio della Certificazione Verde Covid-19.

La Certificazione verde Covid-19 può essere richiesta nel nostro Paese per partecipare a eventi pubblici (come fiere, concerti, gare sportive, feste in occasione di cerimonie religiose o civili), per accedere alle Rsa o altre strutture, spostarsi in entrata e in uscita da territori classificati in “zona rossa” o “zona arancione”.

Con l’attivazione della piattaforma nazionale realizzata e gestita da Sogei, a partire da giovedì 17 giugno, i cittadini potranno iniziare a ricevere le notifiche via email o sms con l’avviso che la certificazione è disponibile e un codice per scaricarla su pc, tablet o smartphone.

L’invio dei messaggi e lo sblocco delle attivazioni proseguiranno per tutto il mese di giugno, e sarà pienamente operativo dal 28 giugno, in tempo per l’attivazione del pass europeo prevista per il 1° luglio.

Dal 1° luglio infatti la Certificazione verde Covid-19 sarà valida come EU digital Covid certificate e renderà più semplice viaggiare da e per tutti i Paesi dell’Unione europea e dell’area Schengen.

Tutti i dettagli.

CHE COS’È LA CERTIFICAZIONE VERDE VACCINALE

È una certificazione digitale e stampabile (cartacea), che contiene un codice a barre bidimensionale (QR Code) e un sigillo elettronico qualificato.

In Italia, è emessa soltanto attraverso la piattaforma nazionale del Ministero della Salute.

CHI PUÒ OTTENERLA

Può ottenerla chi ha effettuato la prima dose o il vaccino monodose da 15 giorni chi ha completato il ciclo vaccinale; chi è negativo a un tampone molecolare o rapido nelle 48 ore precedenti e chi è guarito dal Covid-19 nei sei mesi precedenti.

LA TUTELA DELLA PRIVACY

A tutela dei dati personali, il QR Code della certificazione andrà mostrato soltanto al personale preposto per legge ai controlli.

COME OTTENERE LA CERTIFICAZIONE VERDE: LE MODALITÀ DIGITALI

La Certificazione verde Covid-19 si potrà visualizzare, scaricare e stampare su diversi canali digitali: – sul sito dedicato www.dgc.gov.it – sul sito del Fascicolo Sanitario Elettronico Regionale www.fascicolosanitario.gov.it/fascicoli-regionali – sull’App Immuni – e presto sull’App IO.

ANCHE SULL’APP IO

Anche IO, l’app dei servizi pubblici (io.italia.it), è uno dei canali attraverso cui ottenere la Certificazione Verde Covid-19, il cosiddetto “Green Pass”.

Risolti infatti dubbi del Garante Privacy: PagoPA S.p.A che gestisce l’app IO ha adottato una serie di misure tecniche a tutela degli utenti, accogliendo di fatto i rilievi circa i rischi di tutela della privacy mossi dal Garante.

Tornando alla Certificazione Verde, gli utenti dell’app IO che lo desiderano (sia che già usino l’app o che intendano scaricarla) senza fare alcuna richiesta riceveranno una notifica sul proprio dispositivo mobile ogni volta che sarà disponibile una certificazione a loro intestata e potranno visualizzarla direttamente aprendo il messaggio in app.

Il servizio è disponibile con l’ultima versione già presente negli store di IO. Per i quasi 12 milioni di cittadini che hanno installato e già usano IO, sarà sufficiente aggiornare l’app.

LA MODALITÀ CARTACEA

Chi non dispone di strumenti digitali (computer o smartphone) potrà rivolgersi al proprio medico di medicina generale, al pediatra di libera scelta o al farmacista (che hanno accesso al sistema Tessera Sanitaria) per il recupero della propria Certificazione verde.

GREEN PASS INCOSTITUZIONALE?

“Il green pass incostituzionale? No, è una certificazione di libertà dal coronavirus”, ha sottolineato il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ai microfoni di ‘Radio Anch’io’ su Rai Radio 1.

“Potrebbe rasentare delle problematiche tali — spiega Sileri — se fosse legato solamente al vaccino perché a quel punto significherebbe dare un obbligo vaccinale indiretto. Ma non è così perché — ricorda — tralasciando chi è guarito, tu hai due opzioni: puoi farti il vaccino ma puoi anche farti solo il tampone se non vuoi farti il vaccino. Quindi hai estrema libertà. Direi che dobbiamo fare un passo in più — aggiunge il sottosegretario — ovvero garantire un certo numero di tamponi per coloro che ancora non hanno fatto il vaccino e soprattutto per coloro che sono sotto i 12 anni e che non possono fare il vaccino ma vogliono spostarsi”.

IL PARERE DEL COSTITUZIONALISTA

“Per la prima volta abbiamo un Dpcm che apre, non che chiude”, ha detto all’Adnkronos il costituzionalista Alfonso Celotto commentando le modalità di rilascio delle certificazioni verdi digitali covid 19 definite dal Decreto firmato dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Il costituzionalista esclude ogni possibile profilo di incostituzionalità del green pass: “è costituzionalmente corretto perché recepisce la legge 52-2021 articolo 10. E non è in alcun modo discriminatorio perché nell’individuare tre requisiti possibili attraverso cui ottenere il lascia passare (vaccinazione, esito negativo di un tampone entro le 48 ore o la guarigione dall’infezione) non discrimina nessuno. E consentirà a chi è idoneo di viaggiare liberamente tra i 27 paesi Ue, accedere a manifestazioni, matrimoni, eventi”.

Il fatto che ad oggi il vaccino sia obbligatorio solo per i sanitari e non per altre categorie è irrilevante: “Ormai la facoltà di vaccinarsi la hanno tutti gli italiani. Molti non si sono prenotati. È prevista la possibilità del tampone dunque non ci sono penalizzazioni per i non vaccinati”. (startmagazine)

TORNA A CRESCERE LA POVERTA’ ASSOLUTA NELL’ANNO DELLA PANDEMIA

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 Il 16 giugno sono stati pubblicati dall’Istat i dati relativi alla povertà in Italia nel 2020. Si tratta della versione definitiva delle statistiche relative alla povertà assoluta nel 2020, anticipate da Istat già nello scorso mese di marzo. Il dato di quest’anno può aiutare a capire quale sia stato l’impatto della crisi sulle famiglie più deboli e quanto siano state efficaci le misure introdotte dal governo per ridurne l’intensità. Il dato sulla povertà assoluta è in crescita rispetto al 2019, con un’incidenza sulle famiglie che è salita al 7,7 per cento, con oltre 300 mila nuovi nuclei sotto la soglia di povertà (da 1 milione e 674 mila a 2 milioni e 7 mila). Gli individui in povertà assoluta sono 5,6 milioni (9,4 per cento, contro il 7,7 del 2019). Il valore dell’intensità della povertà assoluta – che misura in termini percentuali quanto la spesa mensile delle famiglie povere è in media al di sotto della linea di povertà (cioè “quanto poveri sono i poveri”) – registra una riduzione dal 20,3 per cento del 2019 al 18,7 per cento nel 2020. Questo risultato è frutto anche delle misure emergenziali messe in atto dal governo, che hanno permesso sia a chi è scivolato sotto la soglia di povertà sia a chi si trovava già al di sotto di mantenere un livello di consumo vicino alla soglia. È infine in calo la povertà relativa, con l’incidenza che scende dall’11,4 al 10,1 per cento e 334 mila famiglie in meno sotto la soglia, anche se questo risultato potrebbe essere legato soprattutto a ragioni metodologiche, più che a un effettivo miglioramento della condizione delle famiglie povere. La soglia di povertà relativa, infatti, si calcola in percentuale alla spesa media nazionale, e il crollo della spesa per consumi di quest’anno ha portato a una riduzione della soglia, che ha fatto uscire molte famiglie dalla povertà, ma solo virtualmente.

L’importanza dell’istruzione, della qualità occupazionale e dell’età. L’incidenza della povertà dipende fortemente dal titolo di studio: è pari al 10,9 per cento se la persona di riferimento nella famiglia ha al massimo la licenza media, mentre scende al 4,4 per cento per chi ha almeno il diploma di scuola superiore. La crescita della povertà assoluta ha riguardato soprattutto le famiglie in cui la persona di riferimento è occupata, con un aumento dell’incidenza dal 5,5 al 7,3 per cento. Anche il tipo e il livello di occupazione contano: l’incidenza della povertà tra gli operai è del 13,2 per cento (dal 10,2 del 2019), mentre quella di dirigenti, quadri e impiegati è al 2,5 per cento (dall’1,7 del 2019). Anche tra gli autonomi si registra un aumento, dal 4 per cento del 2019 al 6,1 del 2020. Resta invece stabile l’incidenza tra i disoccupati (19,7 per cento) e tra i pensionati (4,4 per cento).

La povertà è più diffusa tra i giovani: l’incidenza tra i minori è pari al 13,5 per cento e anche quella per i giovani tra 18 e 34 anni è superiore al 10 per cento (11,3 per cento). Il dato cala di molto, seppure anch’esso in crescita rispetto al 2019, tra gli individui con più di 65 anni: 5,4 per cento.

Sempre più famiglie con figli e sempre più minori in povertà. Nel 2020, l’incidenza della povertà è al 20,5 per cento per le famiglie con almeno cinque componenti, mentre cala all’11,2 per cento con quattro componenti e all’8,5 per cento per le famiglie di tre persone. La povertà assoluta colpisce 1 milione 337 mila minori (13,5 per cento). Le famiglie con minori in povertà sono oltre 767 mila, con un’intensità della povertà pari al 21 per cento (contro il 18,7 a livello generale). Questo significa che le famiglie con minori, oltre ad essere più spesso povere, sono anche in situazione di maggiore disagio.

La povertà cresce soprattutto al Nord. L’aumento della povertà ha riguardato soprattutto il Nord: il numero di famiglie sotto la soglia di povertà assoluta è cresciuto di 217 mila unità, con un’incidenza che passa dal 5,8 al 7,6 per cento. Nonostante l’aumento in termini assoluti più consistente si sia registrato al Nord, la percentuale maggiore di famiglie in povertà rimane nel Mezzogiorno (9,4 per cento, rispetto all’8,6 del 2019). La forte crescita in termini assoluti al Nord ha creato uno squilibrio nella distribuzione territoriale della povertà: nel 2019, il 43,4 per cento delle famiglie in povertà assoluta viveva nelle regioni settentrionali e il 42,2 per cento in quelle meridionali, mentre nel 2020 le famiglie in povertà al Nord sono il 47 per cento del totale, contro il 38,6 per cento del Mezzogiorno.

Gli stranieri restano i più colpiti. Le famiglie con almeno uno straniero rappresentano l’8,6 per cento del totale, ma costituiscono il 28,3 per cento dei nuclei in povertà assoluta in Italia. L’incidenza tra le famiglie di soli italiani è del 6 per cento, un dato che sale al 25,3 per cento tra le famiglie con almeno uno straniero e al 26,7 per cento per quelle composte esclusivamente da stranieri. La percentuale di famiglie con minori e con almeno uno straniero che si trovano in povertà assoluta è pari al 28,6 per cento, un valore di oltre tre volte superiore all’8,6 per cento dei nuclei con minori composti da soli italiani.

Sembra, in sintesi, che le principali vittime della crisi del 2020 siano le stesse figure già colpite più di altre dalla precedente recessione del periodo 2008-13: i giovani (sia i minori sia in generale chi ha meno di 65 anni), gli immigrati, i lavoratori precari. Con una parziale novità: la forte concentrazione dell’incremento della povertà nelle regioni settentrionali.

Questi dati sollevano inoltre due osservazioni di tipo metodologico.

La prima riguarda il calcolo della misura di povertà assoluta. Secondo la definizione Istat è in povertà assoluta una famiglia che non riesce ad acquistare un determinato paniere di beni e servizi considerato essenziale per vivere in modo dignitoso, il cui valore dipende dal tipo di famiglia e dalla zona di residenza. Si è poveri quindi se si spende molto poco. Nel 2020 le varie misure di lockdown hanno materialmente impedito di effettuare molte spese, e la conferma viene dal forte incremento della propensione al risparmio. Alcune famiglie potrebbero quindi essere considerate povere perché non hanno avuto la possibilità di spendere.

Questo problema va tenuto in considerazione, anche se è possibile che il risparmio sia aumentato soprattutto tra le famiglie a reddito medio-alto, mentre può essere più difficile ridurre i consumi quando essi sono già bassi. Inoltre, se l’aumento della povertà fosse dovuto solo alla impossibilità di consumare provocata dal lockdown, l’incremento del rischio di povertà dovrebbe essere piuttosto uniforme tra le categorie socio-demografiche. Invece i dati ci dicono che per alcuni l’incidenza della povertà è cresciuta di più: per esempio di 1,8 punti percentuali per le famiglie con persona di riferimento occupata (3 punti per gli operai), contro 0,1 punti in più per le famiglie di chi è ritirato dal lavoro. L’aumento è inoltre di 1,1 punti percentuali per le famiglie di soli italiani, di 3,3 punti percentuali per le famiglie con stranieri.

La seconda osservazione riguarda l’andamento della povertà relativa, la cui incidenza è addirittura diminuita nel 2020. La ragione è metodologica: si è poveri relativi se si ha una spesa significativamente inferiore alla spesa media nazionale. La soglia viene ricalcolata ogni anno. Nel 2020 la spesa media è crollata, e con essa la soglia, passata da 1.093 euro nel 2019 a 1.002 nel 2020. Ma le famiglie a reddito basso hanno pochi margini per ridurre ulteriormente la spesa. Come scrive lo stesso comunicato Istat, alcune delle famiglie che nel 2019 risultavano povere si sono ritrovate a non esserlo più perché la linea di povertà è diminuita, anche se la loro condizione non è sostanzialmente cambiata. (lavoce – Massimo Baldini, Massimo Taddei)

IL NUOVO MOVIMENTO “INNOVAZIONE ITALIA” A SOSTEGNO DEL CANDIDATO ANTONIO BERARDI

A sostegno del candidato Sindaco Antonio Berardi e alle altre forze già in campo con lui, ci sarà anche il nuovo movimento Politico INNOVAZIONE ITALIA della segreteria di Vincenzo Palmieri per riportare ai cittadini il diritto perso in questi anni e rivalorizzare questo nostro paese non con chiacchierare ma con FATTI, siamo pronti quindi a sottoscrivere un PATTO PER IL BENE DELLA NOSTRA COMUNITÀ con il candidato Sindaco Antonio Berardi e la sua coalizione, Politica con una P maiuscola come Popolo anch’essa con una P maiuscola e questo sicuramente solo la coalizione del nostro candidato Sindaco può darla abbiamo un concreto programma di rilancio strategico chiara basato sulla lealtà è sui contenuti che mirano a valorizzare il nostro territorio.

La nostra è la vera sfida, al contrario di tante altre Coalizioni di miscuglio. Noi sicuramente avremo modo di portare il nostro programma pet una rinascita seria del nostro paese ormai al l’abbandono di tutti colori che si sono presentati e che si presentano oggi. Promesse ne abbiamo sentite troppe, noi non promettiamo ma faremo in modo che il nostro paese possa ritornare piano piano il fiore all’occhiello del Gargano che tutti stimavano.

Confidiamo tutti nel Candidato Sindaco Antonio Berardi che porterà stabilità e rispetto al suo mandato.

Enzo Palmieri

 

TIZIANO PARAGONE CANDIDATO A SINDACO DI SAN MARCO IN LAMIS

Nato qualche anno fa a San Marco in Lamis un movimento “Per il Bene Comune” con l’’intento di essere voce di tutti i cittadini coinvolgendo, possibilmente, tutte le forze politiche in un processo di riscossa culturale ed economica dell’intera comunità sammarchese con l’esplicito obiettivo di una amministrazione di salute pubblica.

Tale movimento diventa lista civica “Bene comune” che ha l’obiettivo di candidare Tiziano Paragone alla guida del movimento ma, soprattutto, a sindaco della città di San Marco in Lamis per le prossime elezioni comunali. Una bella candidatura, una persona molto stimata e che conosce benissimo il territorio.

 

 

NON ESISTONO DUE FORZA ITALIA. DATTIS NON PERDONA CHI A SAN NICANDRO APPOGGIA PD E M5S: FUORI DAL PARTITO

Il commissario regionale di FI esclude categoricamente un’alleanza e mette alla porta il direttivo che ha dato vita alla lista Forza San Nicandro. E il coordinatore provinciale Di Mauro è già pronto a rimpiazzare gli ex forzista.

“Escludo categoricamente che a San Nicandro Garganico Forza Italia starà con Pd e M5S. Chi, tra dirigenti locali o simpatizzanti, pensa una cosa del genere è fuori dal partito”. Il commissario regionale di Forza Italia, Mauro D’Attis, è intransigente. È il più alto in grado a esprimere ufficialmente la posizione del partito. Ed è lui a detenere il simbolo, che Berlusconi affida ai coordinatori regionali. Senza il suo placet non può essere concesso.

“Vocale non è il candidato sindaco di Forza Italia”. Stando alle sue parole, del direttivo che ha costituito la lista civica Forza San Nicandro si può già parlare al passato: “Non sono di Forza Italia, chi fa una cosa del genere ha cambiato idea”.

Il gruppo dirigente di Forza Italia, a giudicare dai toni di post e comunicato stampa, sembra avere di fatto abbandonato il partito, ma il coordinatore provinciale Raffaele Di Mauro non ha ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale. Lorena Di Salvia, capogruppo in Consiglio comunale di FI e candidata alle ultime Regionali, testuali parole, ha accantonato il suo partito, per appoggiare il candidato espressione del patto Pd-M5S. Il coordinatore cittadino Giovanni D’Emma e tutto il direttivo, presentato solo a ottobre, ha scelto di travalicare i confini della politica tradizionale con il nuovo progetto.

Eppure, stando a quanto riferito proprio dal coordinatore, il gruppo aveva avuto carta bianca, a meno di improbabili alleanze. “Non esistono due Forza Italia, non esiste cioè la Forza Italia di San Nicandro e quella di Roma, ne esiste una sola, e Forza Italia sta all’interno della coalizione di centrodestra – afferma oggi Di Mauro – Forza Italia non ha imposto assolutamente nulla. Fabrizio Tancredi, che doveva essere il candidato, ha ritirato la sua disponibilità, non hanno individuato nessun altro al loro interno e hanno fatto una scelta in contrapposizione al centrodestra”.

Il tavolo della coalizione, peraltro, è ancora aperto: “Ci sono stati diversi tavoli provinciali, a cui hanno partecipato anche le segreterie cittadine – riferisce il coordinatore provinciale – Le scelte su San Nicandro non sono state ancora compiute in maniera definitiva, stiamo procedendo all’individuazione del profilo migliore da candidare”.

Sul punto, l’onorevole D’Attis si sbilancia e prova a recuperare Domenico Fallucchi, che nelle ultime ore, con una lettera aperta ai segretari cittadini e provinciali, ha gentilmente declinato l’invito a candidarsi con la coalizione di centrodestra: “Mi auguro che ci ripensi”.

Sui social, Lorena Di Salvia ha espresso la sua amarezza e ha detto di essersi sentita “spaesata, arresa di fronte a una politica basata sull’Io e mai sul noi”. Velate critiche al partito che Di Mauro considera evidentemente ingenerose. “San Nicandro Garganico ha avuto la possibilità di esprimere un candidato alle Regionali, proprio nella persona di Lorena Di Salvia, che tra l’altro è stata anche valorizzata dal partito fuori da San Nicandro, ed è stata premiata dall’affetto e dall’amicizia di tanti amici di Forza Italia sparsi sull’intero territorio provinciale. Se, poi, rispetto all’io si fa riferimento a qualche consigliere regionale che prende nettamente più voti degli altri, mi sembra che anche l’impegno e la storia sul territorio di un consigliere regionale sia nettamente superiore a quella di qualsiasi altro amministratore, se non fosse per gli anni passati a compiere militanza e servizio nell’intero territorio provinciale. Se invece con l’io si abbraccia il concetto della solitudine, questo lo contesto perché è proprio attorno ad alcune figure come quella di Lorena che si è stretto tutto il partito. Per un verso, però, si contesta Forza Italia, poi dall’altro si utilizza un nome che richiama Forza Italia: mi pare ci sia una certa discrasia”.

Il caso del simbolo potrebbe arrivare a Roma, specie se dovesse presentarlo anche Forza Italia. Il tricolore spennellato, il colore blu del carattere e quel Forza marcato, a parte la volontà dichiarata nel simbolo di sostenere Vocale sindaco, sembrano gli elementi di un cordone ombelicale che lega ancora a Forza Italia quello che è stato il suo direttivo.

Probabilmente, se fossero già disponibili i risultati del censimento, rinviato a causa dell’emergenza sanitaria, sotto il cappello delle civiche, alla stregua di altri comuni, l’accordo non avrebbe fatto scalpore. Oggi San Nicandro è ancora considerato un centro sopra i 15mila abitanti, ma ne risultano 14.444. Se si prendesse in considerazione questo dato, si voterebbe in un solo turno, senza ballottaggio e senza obbligo di presentare il simbolo di partito.

Di Mauro non nasconde un certo rammarico, se non altro perché era un gruppo consolidato da anni e anni di amicizia di partito oltre che di vicinanza umana. Ma il partito non sparisce a San Nicandro Garganico: “Forza Italia ha un patto federativo a livello nazionale con l’Udc. Nel momento in cui solo si è sparsa la voce dell’uscita di questi amici – fa sapere il coordinatore provinciale – abbiamo già avuto contatti con gente che per vicissitudini interne aveva abbandonato il partito e vuole tornare in Forza Italia”.

(fonte: Foggiatoday)

BOLLETTINO EPIDEMIOLOGICO REGIONE PUGLIA 19 GIUGNO 2021

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi sabato 19 giugno 2021 in Puglia, sono stati registrati 7.142 test per l’infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 61 casi positivi: 11 in provincia di Bari, 13 in provincia di Brindisi, 5 nella provincia BAT, 4 in provincia di Foggia, 12 in provincia di Lecce, 17 in provincia di Taranto. 1 caso di provincia di residenza non nota è stato riclassificato e attribuito.

Sono stati registrati 3 decessi, in provincia BAT.

Dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati 2.611.108 test.

237.305 sono i pazienti guariti.

8.909 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 252.818 così suddivisi:

95.067 nella Provincia di Bari;

25.559 nella Provincia di Bat;

19.700 nella Provincia di Brindisi;

45.111 nella Provincia di Foggia;

26.864 nella Provincia di Lecce;

39.341 nella Provincia di Taranto;

806 attribuiti a residenti fuori regione;

370 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l’acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

ZUCCARO SI DICHIARA INDIPENDENTE

Dopo un’attenta valutazione della situazione politica amministrativa che dovrebbe gestire il programma,ad oggi, c’è una paralisi che non condivido, ringrazio l’UDC per aver speso il mio nome come candidato Sindaco pertanto, dichiaro la mia indipendenza,continuando il mio impegno in rappresentanza di tutti i Sannicandresi, pronto per un nuovo impegno per il territorio.

GIORNATE EUROPEE DELL’ARCHEOLOGIA, ECCO L’INSEDIAMENTO PREISTORICO DI TORRE MILETO

Da ieri, venerdì 18 Giugno, apertura delle Giornate Europee dell’Archeologia. In Puglia l’opportunità di partecipare al Tour degli Ipogei a Canosa, Trinitapoli, San Ferdinando di Puglia con tanti altri rilevanti eventi nelle altre province.

Perché questa introduzione? Perché anche San Nicandro ha dei siti importantissimi che hanno bisogno solo di essere conosciuti dal grande turismo culturale che è sempre in crescita. Tra questi l’insediamento preistorico di Torre Mileto. Sia pure virtualmente, Civico 93 vuole far partecipare la nostra cittadina alle “Giornate Europee dell’Archelogia” con una relazione della dott.ssa Tunzi in occasione degli scavi effettuati proprio in loco.

I lavori sono stati finanziati dal Parco Nazionale del Gargano ed appaltati dal Comune di Sannicandro Garganico (FG) alla ditta Archeores di Avezzano per l’allestimento del cantiere e alla società Akhet s.r.l. di Roma per la direzione e la gestione del cantiere. I lavori di ricerca sul campo sono stati coordinati da David Wicks, con la direzione scientifica di A. M. Tunzi. Le indagini sono state realizzate nei mesi di maggio – giugno 2009, riprese nel mese di settembre 2009.

Il promontorio sul quale sorge l’insediamento protostorico di Torre Mileto, situato tra i laghi di Lesina e Varano sul versante settentrionale del Gargano, era già noto per la notevole concentrazione di materiale di superficie riconducibile all’età del Bronzo (GRAVINA 1995; 2002, pp. 21-52) e per la presenza di una Torre di avvistamento risalente, almeno, al XII-XIII sec. d. C.

Un primo saggio di scavo di limitata estensione nell’area occidentale del promontorio, realizzato negli anni ’90 da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia, aveva permesso di riconoscere un’area fortemente antropizzata della piena media età del Bronzo, a ridosso della quale insisteva una struttura di età basso medievale (TUNZI SISTO 1949). Nel corso delle nuove ricerche sono stati espletati una preliminare ricognizione di superficie ed il piazzamento topografico delle anomalie, riscontrate mediante stazione totale3. L’indagine, purtroppo, è stata condizionata da svariati fattori, quali la presenza del Villaggio Turistico “Cala del Principe”, che attualmente occupa all’incirca il 75% del sito archeologico, e l’estensione della macchia nell’area meridionale dell’abitato, protetta e oltretutto necessaria per limitare i danni del processo di erosione della costa.

I primi saggi di scavo all’interno dell’abitato sono stati impostati con l’obiettivo di comprendere la dislocazione planimetrica e valutare il grado di conservazione delle capanne protostoriche. A tal fi ne sono stati aperti cinque interventi (I-II-III-IV-V) in aree morfologicamente adatte ad ospitare tali strutture, evitando i disturbi medievali e moderni o sfruttandoli per facilitare la lettura delle seriazioni stratigrafiche. I dati di questa prima ricognizione e le emergenze archeologiche riconosciute all’interno dei saggi sono stati successivamente posizionati sulla fotografia aerea del promontorio. Da ciò è scaturita una più esaustiva lettura dell’abitato, inclusa l’identificazione di strutture antiche anche all’interno dell’area del villaggio turistico. In particolare, è stato possibile riconoscere con maggior precisione il percorso della cinta muraria che delimitava l’abitato dell’età del Bronzo, tanto da poter procedere all’esecuzione di due ulteriori saggi di scavo in prossimità della strada moderna di accesso al sito. I risultati delle indagini, sinteticamente presentati in questa sede, consentono di recuperare importanti informazioni sullo sviluppo dell’abitato fortificato di Torre Mileto nel corso della protostoria e delle epoche successive. I dati e le ipotesi interpretative rivestono in ogni caso carattere preliminare, non essendo stato ancora completato lo studio del materiale ceramico.

Fase I : impostazione della cinta muraria. La realizzazione di un intervento di scavo lungo la costa (saggio VI) ha permesso di riconoscere elementi di una complessa struttura muraria di notevoli dimensioni (largh. m 6,25 ca.), costruita al di sopra dei depositi descritti in precedenza. A nord-ovest è documentata la faccia a vista settentrionale di una struttura chiaramente di contenimento con andamento nord-ovest/sud-est, realizzata con grandi massi di calcare e depositi di pietre incoerenti miste a ghiaia e sabbia. Nella porzione sud-occidentale del saggio è visibile un secondo muro con caratteristiche analoghe, che costituisce il limite meridionale di quest’imponente struttura. In essa è identificabile un muro a secco (larg. m 0,80 ca.) del quale rimangono almeno 4 fi lari formati da grandi lastre di calcare, per un’altezza complessiva di m 0.55 ca. All’interno di questi muri di contenimento è riconoscibile il nucleo, composto da un’alternanza di strati: nella parte settentrionale sono localizzati limi rossastri piuttosto omogenei con occasionali pietre calcaree, al di sopra dei quali erano state allettate lastre di calcare disposte di piatto, nella parte centrale limi scuri misti a pietre e, a sud, concentrazioni di depositi compatti di calcare disgregato. Nella sezione esposta a ovest lungo la costa è stata documentata un’ulteriore sistemazione di grandi pietre all’interno del nucleo. Si tratta di un probabile muro a secco (larg. m 0,80) conservato per un’altezza di almeno m 0,65, che sembrerebbe rappresentare un contenimento costruito durante la realizzazione del nucleo della struttura muraria, probabilmente per dare stabilità alla costruzione principale. Il proseguimento di questa struttura di monumentali dimensioni, rinvenuta quasi interamente rasata nel saggio VI, sembrerebbe riconoscibile più a est nel saggio VII, dove risultava inglobata all’interno degli sviluppi strutturali della successiva fase II. Si tratta di un grande muro a secco di natura composita (larg. m 4 ca) conservata per un’altezza di almeno m 2, benché al momento non sia stato riconosciuto con certezza il suo limite inferiore. A sud è riconoscibile la cortina esterna costituita da grandi frammenti e schegge di calcare, della quale si conservano almeno 15 fi lari per un’altezza di m 1,75. Sul lato settentrionale, ovvero all’interno del nucleo, si addensavano potenti accumuli di materiale poco coerente, in parte privi di matrice e in parte misti a ghiaia e sabbia. All’interno di questi depositi, accanto alla base della cortina è stato rinvenuto un vaso quasi integro deposto in posizione capovolta, probabilmente una deposizione cultuale rientrante nell’atto di fondazione della struttura. Il nucleo incoerente descritto era rivestito sul lato settentrionale da una struttura di contenimento notevolmente inclinata verso sud; questa rappresentava il primo di una serie di simili apprestamenti riconoscibili all’interno della struttura, la cui funzione era probabilmente quella di aggiungere stabilità alla muratura a secco durante il processo di edificazione. L’assenza della formazione di piani di calpestio al di sopra o accanto a queste strutture, lascerebbe pensare che si trattasse di un processo costruttivo privo di interruzioni prolungate nel tempo. Un’analoga tecnica costruttiva era stata precedentemente documentata nella cinta difensiva dell’abitato di Punta Manaccora, dove una serie di muri a secco di limitate dimensioni conteneva nuclei di pietrame incoerente.

Il monumentale impianto di Torre Mileto rappresenta, verosimilmente, la porzione finale di una prima fase di cinta muraria, realizzata a difesa dell’abitato protostorico8. All’esterno della cinta muraria, in appoggio alla faccia a vista meridionale della struttura, si notava la presenza di una serie di strati abbastanza compatti di limo argilloso con piccoli pezzi di calcare (spessore m 0,25 ca), al cui interno sono stati riconosciuti frammenti ceramici e carboni. Al di sopra vi era un deposito di schegge di calcare di piccole e medie dimensioni, con matrice sabbio –ghiaiosa poco coerente, sulla cui superficie poggiava uno strato di limo grigio-marrone piuttosto sottile e friabile, contenente alcuni frammenti ceramici. Tale superficie fu sigillata, nella fase successiva, dalla realizzazione di un’ulteriore struttura muraria9. In corrispondenza del lato interno della struttura più antica si è osservata, invece, la presenza di una sequenza stratigrafica obliterata dagli sviluppi successivi. Si trattava di un deposito di limo compatto rossastro omogeneo e piuttosto spesso (m 0.50 ca), contenente materiale antropico (frammenti di ceramica, selce e carboni), forse un iniziale piano di calpestio interno all’insediamento. Lo strato era coperto da un ulteriore sviluppo strutturale, forse una sottofase costruttiva analoga ai rivestimenti descritti. Non è quindi escluso che questo piano fosse funzionale alla costruzione stessa, dato che gli strati di terriccio compatto avrebbero potuto offrire maggiore stabilità interna alla struttura, secondo quanto documentato nel limitrofo saggio VI. All’interno del saggio VI, alla distanza di m 1 ca. dallo strapiombo roccioso, l’osservazione della sezione esposta ha permesso di riconoscere un focolare retrostante il muro di cinta. Di forma probabilmente circolare, era delimitato da pietre ed all’esterno da una deposizione di piccoli ciottoli privi di matrice; all’interno, sotto un sottile strato di bruciato, erano riconoscibili alcuni frammenti ceramici. L’insieme delle strutture descritte sembrerebbe inquadrabile cronologicamente nell’ambito della piena media età del Bronzo.

Le indagini all’interno dell’abitato. Dal materiale rinvenuto e dalla stratigrafia esposta dalle erosioni, appare evidente che il sito di Torre Mileto sia stato occupato da un importante insediamento, delimitato da un imponente circuito murario. Il percorso ipotizzabile per l’opera difensiva consente di ricostruire un abitato esteso almeno 30.000 mq, del quale solo una piccola porzione, corrispondente all’1% ca., è stato ad oggi oggetto di indagine stratigrafica. Nel corso dei cinque saggi di scavo, piani di frequentazione ed elementi strutturali collegabili a capanne protostoriche sono stati riconosciuti unicamente all’interno dei saggi I e IV; in particolare, nel primo saggio sono riconoscibili almeno due diversi livelli di abitazioni, verosimilmente databili a fasi del Bronzo medio e del

Indagini preliminari nell’insediamento fortificato dell’età del Bronzo di Torre Mileto

Bronzo finale. Al di sopra di questi piani si documentano attività strutturali riferibili alla prima età del Ferro. Nei restanti tre saggi (II-III-V), dove il banco roccioso è af orante ed alquanto irregolare, non sono riconoscibili tracce di impianti strutturali, pur non mancando lembi sopravvissuti di piani di calpestio con materiali di età protostorica.

L’età medievale. Nel corso delle indagini non sono stati identificati resti strutturali, né sono stati rinvenuti materiali riconducibili all’epoca romana ed alto-medievale. Risulta, invece, ben documentato nel sito di Torre Mileto il periodo relativo al basso Medioevo: le fonti storiche parlano, infatti, della distruzione da parte dei Saraceni di un villaggio “casale” sul promontorio; nel 1284 è già documentata la presenza di una torre, mentre nel 1568 è ricordata la ricostruzione e l’ampliamento della struttura, fi no a modificarne l’aspetto in quello riconoscibile attualmente (A. da MONTESARCHIO 1732; SARNELLI 1680. A queste notizie storiche potrebbero appartenere i resti murari documentati nel corso degli scavi. Si tratta di strutture che presentano un orientamento approssimativamente nord-est/sud-ovest, analogo a quello della torre. Sono state individuate due differenti tipologie murarie: la più antica è caratterizzata da strutture legate con malta (larg. m 0,80), mentre ad una fase più recente sembrerebbero appartenere una serie di muri a secco con analogo orientamento (larg. fra m 0.55 e m 0.60). Sulla base dei dati stratigrafici e, in particolare, della tecnica edilizia, è plausibile ipotizzare la presenza sul promontorio di un primo impianto rettangolare con asse principale est-ovest (m 37.50 x 37.0), al quale sembrerebbe riconducibile anche la torre, sì da raggiungere una lunghezza complessiva dell’insediamento di m 70 ca. L’uso di malta nelle strutture consentirebbe una datazione all’età normanna (circa XI-XII sec. d. C.)13. È del tutto plausibile identificare in questo impianto il villaggio ‘casale’ che, come attestato dai documenti, era già presente nel 1245. Ad una fase successiva risalgono, invece, i muri a secco che si presentano alquanto rustici, con una organizzazione che deriva in parte da quella dell’impianto precedente14. Queste strutture potrebbero essere riconducibili ad una nuova fase di vita dell’insediamento, successiva alla distruzione da parte dei Saraceni. La planimetria mostra una certa organizzazione delle strutture, ben divise da muri perimetrali a secco, forse limiti di proprietà. I nuovi edifici, dislocati non immediatamente vicini alla Torre, furono forse eretti per scopi difensivi. La cronologia di questa fase di attività costruttiva e la sua durata sono al momento incerte, benché notizie storiche ricordino un restauro e ampliamento della Torre di Mileto, avvenuto nel 1568. Le evidenze di epoca medievale sono largamente compromesse dall’inarrestabile fenomeno dell’erosione marina, che in quest’area ha creato un arretramento della costa di almeno m 5.

I risultati dei saggi di scavo hanno permesso di recuperare una notevole quantità di informazioni circa lo sviluppo dell’abitato di Torre Mileto nel corso dell’età protostorica. Le evidenze archeologiche documentate hanno portato in luce il potenziale informativo del sito ed in particolare l’eccezionale stato di conservazione delle strutture murarie di fortificazione dell’abitato che, una volta esposte interamente, rappresenterebbero un importante esempio di sistema difensivo dell’età del Bronzo, vista la conservazione in elevato di oltre m 2,50. Di rilevanza anche i risultati emersi nelle indagini all’interno dell’abitato, in particolare nei saggi I e IV, i cui livelli sovrapposti di capanne evidenziano la lunga occupazione del sito.

A.M. Tunzi

 

RECUPERO E SMALTIMENTO DI FIBRE DI AMIANTO LUNGO LA STRADA SCHIAPPARO-TORRE MILETO

L’Ufficio Ambiente del Comune di Lesina, a seguito di sopralluoghi effettuati nel territorio comunale, ha individuato, lungo la strada Schiapparo – Torre Mileto, rifiuti abbandoni costituiti in cemento amianto. La presenza di tale rifiuto speciale, altamente nocivo e la possibilità di dispersione di particelle nell’ambiente, costituiscono grave pregiudizio per la pubblica incolumità e, pertanto, si è reso necessario procedere al recupero di tale materiale da parte di ditta specializzata e del settore, che previa comunicazione di intervento presso l’ASL competente, proceda al

trattamento del materiale e al recupero dello stesso, come da normativa vigente.

E’ stata individuata la ditta alla quale è stato affidato l’incarico del recupero, messa in sicurezza e smaltimento dei rifiuti contenenti fibre di amianto e del ritiro e smaltimento degli inerti e delle guaine bituminose abbandonate da ignoti lungo tutto quel tratto di strada Schiapparo-Torre Mileto.

L’ATLANTE DEGLI ALBERI MONUMENTALI DI PUGLIA

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Con Deliberazione della Giunta Regionale n. 821 del 24.05.2021 è stato approvato il quarto elenco degli Alberi Monumentali della Regione Puglia.
Con questo quarto elenco la Regione Puglia può contare su 144 alberi monumentali inseriti nell’Elenco Nazionale degli Alberi Monumentali
Nell’elenco predisposto dalla Sezione Gestione Sostenibile e Tutela delle Risorse Forestali e Naturali del Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia ci sono 44 alberi, in massima parte individuati nella Capitanata grazie alla ricognizione degli alberi monumentali affidata al Centro Studi Naturalistici di Foggia.

Le new entry garganiche riguardano:
1 Castagno a San Marco in Lamis (Zazzano)
1 Fitolacca alle Isole Tremiti (Via Diomede, San Nicola)
1 Roverella ad Apricena (circonvallazione)

Domenico Sergio Antonacci (Amaraterramia)

CONTRO L’ABBANDONO DEGLI ANIMALI NEL PERIODO ESTIVO

La bella stagione causa l’aumento del numero di abbandoni degli animali domestici in maniera considerevole; ll fenomeno purtroppo non accenna a diminuire. A poco serve l’articolo 727 del codice penale che punisce sanzionando i colpevoli con somme  da 1.000 a 10.000 euro e ad un anno di reclusione chi abbandona o detiene in condizioni crudeli  gli animali di affezione.(segue)

Bisogna rinnovare l’opera di sensibilizzazione contro l’abbandono e come ogni anno l’ASL di Foggia per il tramite dell’URP insiste in questo campo.

A seguire la normativa della Regione Puglia per tutelare gli animali di affezione, affezione che dovrebbe essere reciproca 

http://www.futuroforense.eu/wp/2021/05/01/protezione-degli-animali-di-affezione-la-nuova-legge-della-regione-puglia/

Da oltre un anno, la Puglia si è dotata di una nuova legge regionale in materia di protezione degli animali di affezione e controllo del randagismo, ossia la Legge 7 febbraio 2020 n. 2, composta da ben 34 articoli suddivisi in 4 Capi, abrogando la ormai obsoleta e scarna Legge 3 aprile 1995 n. 12, risalente a venticinque anni prima.

Rispetto alla Legge n. 12/95, la nuova normativa (art. 1, finalità) presenta la peculiarità di aver immediatamente sancito e cristallizzato “il diritto alla dignità di esseri viventi” degli animali, da diverso tempo considerati non più alla stregua di meri beni mobili, specificando come gli stessi debbano essere rispettati nelle loro esigenze fisiologiche ed etologiche e condannando, al contempo, ogni tipo di maltrattamento, compreso l’abbandono.

Tra le novità più rilevanti, segnaliamo una più compiuta ed organica ripartizione di competenze tra la Regione (art. 3) ed i Comuni (art. 4): alla prima spetta il compito, tra le altre cose, di individuare le modalità di organizzazione, funzionamento e gestione dell’anagrafe degli animali d’affezione, prevedendo la sua interrelazione con un sistema informatico nazionale, definendo i criteri strutturali ed igienico-sanitari per il risanamento ovvero la costruzione dei canili sanitari e dei rifugi.

La Regione redige, inoltre, un piano annuale per la prevenzione del randagismo, sentita la commissione regionale di cui all’articolo 18, che all’uopo viene costituita quale organo consultivo della Giunta, con incarico di coordinare, soprintendere e controllare gli interventi necessari all’attuazione della legge stessa.

Tra le novità riguardanti i Comuni, invece, all’art. 4, comma 1, lett. i) si evidenzia “la nomina di un referente comunale in materia di prevenzione e lotta al randagismo” nonché, qualora un comune sia sprovvisto di una struttura propria o di disponibilità di posti in altri canili rifugio, “la possibilità di affidare a soggetti privati il servizio di mantenimento e ricovero dei cani riconducibili al territorio di competenza, attraverso gare d’appalto espletate a norma del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 (Codice dei contratti pubblici), secondo metodologie tali da consentire di individuare con unico parametro numerico finale l’offerta più vantaggiosa” (art. 6, comma 8).

A tal proposito, assume un certo rilievo il fatto che il relativo prezzo o costo, stabilito periodicamente dalla Giunta regionale, dovrà essere determinato in misura fissa e non negoziabile, sicché gli operatori economici saranno costretti a competere esclusivamente sulla base di criteri qualitativi.

Pertanto, i soggetti interessati al mantenimento e ricovero dei cani, trascorsi dodici mesi dall’entrata in vigore della nuova normativa, dovranno adeguarsi al fine di poter disporre di una struttura che possieda sia i requisiti minimi di cui all’articolo 7 sia gli ulteriori requisiti stabiliti nella gara di appalto, andando a garantire un livello ottimale di benessere degli animali.

I rifugi (art. 7) potranno ospitare sino ad un massimo di duecento cani, con la deroga espressa per i comuni, singoli o associati, che già abbiano o decidano di realizzare un canile sanitario consortile; tali comuni, pertanto, avranno la possibilità di costruire rifugi con capienza superiore alle duecento unità, previo parere favorevole del dipartimento di prevenzione della ASL territorialmente competente, tenuto conto del divieto di conferire animali in strutture di ricovero situate fuori regione, nonché fuori dalla provincia dove è ubicato il comune competente.

L’art. 8 disciplina gli obblighi dei gestori nella conduzione delle strutture di ricovero, i quali dovranno dotarsi di un direttore sanitario (medico veterinario o libero professionista iscritto all’ordine) che avrà il compito di vigilare sulle condizioni di salute e benessere, nonché sull’iscrizione in anagrafe e sulla sterilizzazione degli animali presenti; sarà inoltre garantita la consulenza di un medico veterinario esperto in comportamento, coadiuvato, eventualmente, da un educatore cinofilo o da altra figura professionale idonea, presente sul territorio.

All’art. 9, che regolamenta in maniera più organica, rispetto alla precedente normativa, le modalità di affido ed adozione degli animali, vengono espressamente sanciti il divieto di adozione per “coloro che sono stati condannati in via definitiva per reati di violenza o maltrattamento in danno di animali o persone” nonché l’obbligo, per gli affidatari, di sottoporre gli animali rinvenuti sul territorio, prima che vengano adottati, ad intervento di sterilizzazione chirurgica presso la Asl competente: soltanto dopo la sterilizzazione, infatti, l’affidamento potrà essere trasformato in adozione.

Molto più corposa ed articolata, rispetto alla Legge n. 12/95, appare la sezione dedicata alla protezione dei gatti che vivono in libertà sul territorio (art. 13) e alla tutela delle colonie feline da parte delle ASL competenti, di concerto coi volontari delle associazioni; tutti i gatti liberi e quelli delle colonie feline, al pari dei cani e gatti di proprietà, dovranno essere iscritti nell’anagrafe degli animali di affezione regionale (art. 16) entro due mesi dalla nascita o entro dieci giorni dal possesso e, comunque, prima della loro cessione.

Con particolare riferimento alle prestazioni sanitarie di cui all’art. 15, è previsto che i gatti sottoposti a sterilizzazione chirurgica da parte dei veterinari delle ASL, vengano identificati con microchip ed inseriti contestualmente nell’anagrafe regionale a carico del comune di appartenenza, con indicazione del nominativo dell’eventuale responsabile di colonia.

Altre importanti novità sono previste dall’art. 17, rubricato “Controllo della popolazione canina”, tra cui la possibilità di stipulare convenzioni per la sterilizzazione degli animali, con le associazioni che dimostrino di potersi avvalere di liberi professionisti che esercitino in strutture regolarmente registrate, nonché  l’iscrizione all’anagrafe canina regionale, l’identificazione con microchip e la sterilizzazione gratuita per i cani delle aziende zootecniche, al fine di tutelare la salubrità delle produzioni primarie sulla base del regolamento CE 852/2004.

Tutto il Capo III della legge n. 2/2020 è poi dedicato alla salvaguardia e protezione del benessere degli animali di affezione, pena le relative sanzioni: dal divieto di tenere i cani alla catena, salvo che per comprovate ragioni sanitarie, al divieto di usare collari a strozzo, all’obbligo di garantire all’animale un idoneo spazio di movimento.

E’ altresì disciplinato il libero accesso ai giardini, ai parchi, ai luoghi pubblici, agli esercizi commerciali, ai mezzi di trasporto, con l’espressa previsione di norme contenenti obblighi e divieti posti a tutela dell’igiene della collettività e con l’indicazione degli organi preposti alla vigilanza affinché vengano rispettate tutte le disposizioni.

A questo punto, in definitiva, possiamo concludere osservando come la nuova legge sia stata accolta con estremo favore da tutti gli addetti ai lavori, ponendosi, a dire di molti, come disciplina all’avanguardia nel settore, sia al sud che nell’intero territorio nazionale.

In questa sede abbiamo solo tentato di riassumere brevemente, in maniera panoramica, le principali novità ivi contenute, col proposito, in futuro, di analizzare nel dettaglio l’intera normativa, anche col supporto della giurisprudenza che man mano si andrà formando.

La speranza è quella di riuscire a fornire un minimo contributo finalizzato ad agevolare i cittadini in quel percorso di crescita culturale che conduca gli stessi ad avere piena contezza dei diritti dei nostri amici animali e confidando nel fatto che le Istituzioni diano concreta attuazione alla tutela di questi diritti.

L’ON. FARO INTERVIENE SULLO STATO DELL’ARTE DEL TRATTO “FOGGIA – SAN SEVERO”

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In merito allo stato dell’arte del tratto di SS.16 che collega Foggia a San Severo, dopo l’ennesima vittima che ha perso la vita, in questi anni, su quella strada, l’On. Marialuisa Faro che continua ad attenzionare costantemente il territorio, ha chiesto lumi, in data odierna, all’ANAS che così ha risposto: 

Oggetto: SS 16 – Tratto Foggia-San Severo

Gentilissima On. Faro,

si risponde alla Sua cortese richiesta di informazioni sullo stato della progettazione dell’intervento programmato lungo la SS 16 tra Foggia e San Severo.

Il Commissario Straordinario Ing. Vincenzo Marzi – nominato con DPCM 16 aprile 2021, registrato alla Corte dei Conti al n. 1253 del 20/05/2021 e comunicato ai commissari nominati in data 04/06/2021 dal Ministero delle infrastrutture e della Mobilità Sostenibili – informa che Anas S.p.A. ha in corso di progettazione un intervento di adeguamento del tratto della SS16 compreso tra San Severo e Foggia e, più precisamente, con riferimento alle progressive attuali della statale, tra il km 650+000 (allaccio tangenziale di S. Severo) e km 671+000 (allaccio tangenziale di Foggia).

Sulla base dello studio di fattibilità redatto da Anas nel 2010, per tale tratto è previsto l’adeguamento alla categoria C1 del D.M. 05/11/200. Pertanto è confermata la sezione attuale ad una corsia per senso di marcia. Un ulteriore contributo alla sicurezza potrà essere ottenuto da un attento studio delle viabilità complanari e/o di servizio per alleggerire il traffico attuale dai volumi caratterizzati da spostamenti locali.

Dal punto di vista della programmazione, detto intervento è richiamato nella Delibera CIPE n. 54/2016 inerente il “Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020 – Piano Operativo Infrastrutture” e rientra fra gli interventi Anas di prossima attuazione, oltre ad essere oggetto di specifica convenzione tra Anas e Provincia di Foggia. Tale ultimo documento prevede la progettazione dell’intervento in capo all’Anas (progetto di fattibilità tecnica economica, progetto definitivo e SIA). CDG.CDG RAP NAZ.REGISTRO UFFICIALE.U.0388198.18-06-2021

Informazione pubblica

Attualmente il progetto è all’esame del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ed è già stato trasmesso all’Autorità di Bacino in data 26/04/2021 per l’acquisizione del parere di compatibilità al PAI.

E’ in corso di avvio la “Verifica Preventiva dell’Interesse Archeologico” ai sensi dell’art. 25 del D.Lgs. 50/2016 presso la Soprintendenza competente e, a valle, si avvierà la verifica di assoggettabilità a VIA.

Entro il mese di luglio 2021 è previsto l’avvio della conferenza di servizi per la localizzazione dell’opera.

L’intervento rientra tra quelli oggetto di commissariamento a norma dell’art. 4 del Decreto Legge 18 aprile 2019 n. 32 – Disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l’accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici (c.d. decreto sblocca-cantieri), nel testo vigente a seguito delle modifiche apportate dal D.L. 16.07.2020, n. 76 con decorrenza dal 17.07.2020 e dalla legge di conversione, L. 11.09.2020, n. 120 con decorrenza dal 15.09.2020.

Si rappresenta, infine, che nel rispetto delle previsioni del DPCM 16 aprile 2021, entro 6 mesi dalla nomina, è previsto l’aggiornamento del cronoprogramma da parte del Commissario Straordinario.

«Ascoltato l’appello accorato del sindaco di San Severo, Francesco Miglio, del consigliere comunale, Gianfranco Di Sabato, di altri consiglieri comunali e della cittadinanza, continuerò a seguire di persona l’evolversi della questione, pur dando la massima collaborazione istituzionale. È passato troppo tempo ed è necessario che inizino i lavori. Intanto, per le proprie competenze, l’ANAS metta in sicurezza la strada, lì dove mancano le caratteristiche», ha concluso l’onorevole Marialuisa Faro.

D’intesa con la parlamentare sanseverese del M5S, Carla Giuliano, dello stesso avviso è il portavoce comunale del M5S Gianfranco Di Sabato che ha dato ampia disponibilità al Sindaco a seguire costantemente l’annosa questione della pericolosissima S.S. 16, tratto San Severo-Foggia. «Questa strada è percorsa da numerosi concittadini che, raggiungendo quotidianamente gli uffici e/o i luoghi di lavoro nella nostra provincia, hanno il diritto sacrosanto di viaggiare in sicurezza. Questo tratto della statale ci funesta da decenni con giovani vite spezzate. Qualsiasi manifestazione che evidenzi il disagio ed il pericolo di questa viabilità, vedrà il sottoscritto ed il proprio gruppo di attivisti e simpatizzanti in prima linea per arrivare ad una giusta e celere definizione. Chiederemo agli uffici preposti e al commissario designato alla attuazione del progetto di fare in fretta e saremo vigili alle scadenze previste, monitorando le fasi di realizzazione del progetto in parola».

NASCE LA COALIZIONE PER “SAN NICANDRO UNITA E FORTE”

Le interlocuzioni dei giorni scorsi tra la coalizione formata da Centrosinistra-M5S-Forze Civiche, a sostegno del candidato sindaco Matteo Vocale e le altre forze in campo, hanno raggiunto un ennesimo risultato di grande importanza, allargando lo scenario oltre gli steccati politici e mettendo insieme con intelligenza e senso di responsabilità esperienze distanti ma unite da un unico obiettivo per San Nicandro Garganico. Nasce dunque la lista civica “FORZA SAN NICANDRO”, una scelta condivisa da un gruppo proveniente dalla politica di partito e d’intesa con donne e uomini della società civile.

“Una politica vicina alla gente, che è sempre più delusa di come negli ultimi anni sono stati trattati i temi urgenti per la città, – scrivono i promotori Giovanni D’Emma, Nicola Grifa, Giuseppe Ritoli, Vincenzo Galasso, Giovanni Villani, Ciro Tritto, Mario Curatolo, Maria Grazia Marrocchella, Lorena Di Salvia e Fabrizio Tancredi – ci ha portato a valorizzare esperienze e culture diverse. E’ giunto il momento di unire capacità e competenze migliori per un progetto che vada oltre i soliti schemi e superi confini della politica tradizionale, fiduciosi di una prospettiva che guarda al futuro con certezza, concretezza e credibilità.

Non è più sufficiente limitarsi a portare avanti l’ordinaria amministrazione, per mancanza di una visione di vero sviluppo lungimirante e moderna. Pertanto la sfida che ci aspetta porta a sognare in grande e realizzare un progetto per una città all’avanguardia, con la dovuta passione e dedizione.

Pronti, quindi, a sottoscrivere un Patto per il bene della città con il candidato Sindaco Matteo Vocale e la sua coalizione, che oltre ad un concreto programma di rilancio ha posto al centro strategie chiare basate sulla lealtà e sui contenuti che mirano a valorizzare il nostro territorio”.

“Confido molto nella lealtà di questo gruppo, che sta condividendo con noi un senso di responsabilità di portata storica, per questa scelta che viene da lontano e per la quale ringrazio tutti per la fiducia”, dichiara il candidato sindaco Matteo Vocale. “Sono persone con un forte senso di appartenenza, un valore aggiunto che contribuirà alla stabilità del governo cittadino e all’esclusione degli individualismi litigiosi e voraci. Abbiamo ora rafforzato il fronte comune della politica seria, ragionata, rispettosa delle istituzioni e dei cittadini, quella che ha riferimenti certi ben oltre il nostro territorio e che non si fa imporre scelte dall’alto ma discute e trova soluzioni da sola, perché unita anzitutto dall’essere sannicandresi coscienti, pensanti e attivi.”.

Nei prossimi giorni, la coalizione per “San Nicandro Unita e Forte” si presenterà ufficialmente alla stampa e alla città, inaugurando il suo quartier generale.

I RINGRAZIAMENTI DELL’ASP ZACCAGNINO PER IL 30° ANNIVERSARIO DELL’A.V.E.R.S. DI SAN NICANDRO

In occasione del trentennale della nascita dell’Associazione di volontariato, voglio formulare a nome dell’intero Consiglio di Amministrazione della A.S.P. Zaccagnino, del Direttore Generale e della struttura aziendale il più vivo ringraziamento per la collaborazione prestata nell’attuazione delle iniziative a sostegno dei minori fragili e vulnerabili della città.

Abbiamo apprezzato con sincera gratitudine il lodevole spirito di soccorso che i volontari dell’AVERS hanno profuso nel costante impegno a favore della comunità di San Nicandro Garganico, in particolar modo nelle fasi più acute dell’emergenza pandemica ancora in atto. Sono certo che la città di San Nicandro condividerà la riconoscenza nei confronti dell’associazione e dei suoi volontari, per l’attività resa in un arco temporale così lungo, e che ne attesta la positività ed al contempo la valenza dell’aiuto concreto prestato alla popolazione ed alle istituzioni cittadine.

Voglio quindi formulare a Lei presidente ed a tutti i soci volontari i più fervidi auguri di buon anniversario, con l’auspicio che l’esempio dato dall’associazione nell’assistere chi ha bisogno, assicurando sempre impegno disinteressato, possa diffondere sempre più gli alti valori del civismo solidale e dello spirito di comunità, imprescindibili per lenire il disagio e guardare al futuro della nostra terra con fiducia e ottimismo.

Auguri, Presidente, lunga vita all’AVERS.

 

La Presidente

BOLLETTINO EPIDEMIOLOGICO REGIONE PUGLIA 18 GIUGNO 2021

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi venerdì 18 giugno 2021 in Puglia, sono stati registrati 6893 test per l’infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 106 casi positivi: 23 in provincia di Bari, 25 in provincia di Brindisi, 7 nella provincia BAT, 19 in provincia di Foggia, 12 in provincia di Lecce, 20 in provincia di Taranto, 1 caso di provincia di residenza non nota. 1 caso di residente fuori regione è stato riclassificato ed attribuito.

Sono stati registrati 4 decessi: 1 in provincia di Brindisi, 1 in provincia di Foggia, 2 in provincia di Lecce.

Dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati 2.603.966 test.

236.813 sono i pazienti guariti.

9.343 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 252.757 così suddivisi:

95.056 nella Provincia di Bari;

25.554 nella Provincia di Bat;

19.687 nella Provincia di Brindisi;

45.107nella Provincia di Foggia;

26.852 nella Provincia di Lecce;

39.324 nella Provincia di Taranto;

806 attribuiti a residenti fuori regione;

371 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l’acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

FALLUCCHI DECLINA L’INVITO

Cari amici, cari Segretari Provinciali del centro destra,

io vi sono molto grato della vostra affettuosa proposta e, già prima di questa, del vostro cordiale e pressante invito ad essere a Foggia per un incontro tra amici.

Ho ascoltato con l’attenzione che merita tutti gli interventi e come sempre ho sentito la vivacità e l’intelligenza delle vostre ragioni. Ho ascoltato cose interessanti in gran parte tra loro coerenti ed armoniche, con qualche voce, com’è naturale, diversa. Sarò sempre lieto di partecipare al dialogo con voi, quindi vi ringrazio tutti.

Ecco qual’è la mia impressione: la politica deve avere il coraggio della verità, di analizzare la situazione così com’è. C’è un’emergenza politica vera e bisogna vederla altrimenti sarà tutto inutile. Non è un modo di dire, non è un espediente parlare di emergenza politica nel nostro paese, dico soltanto, per esempio, che sono profondamente convinto che la politica delle alleanze, la ricerca del partito, il desiderio di governare, tutto è essenziale, ma non deve rappresentare un valore assoluto. Io credo che la crisi della politica del nostro paese forse è proprio qui, nell’aver dato ancora una volta un significato assoluto alla politica delle alleanze, di essersi modificata da mezzo a fine.

Rivolgendomi ai miei concittadini, dico che è necessario amministrare con coscienza, evitando che alcune forze politiche, come è successo nel recente passato, portino male al nostro paese.

Ma non voglio dilungarmi in queste considerazioni, forse un po’ noiose, che richiedono una sede diversa per eventualmente discuterne.

Cari Segretari Provinciali, cari segretari cittadini, la vostra proposta certamente mi lusinga, tuttavia, con assoluta sincerità, ritengo declinare l’invito di candidarmi con questa coalizione, lasciandoci con l’augurio di buona sorte al nostro piccolo paese.

Domenico Fallucchi