NOTIZIE DALL’ITALIA. REDDITO DI CITTADINANZA, COME FUNZIONA

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Le risorse sono state stanziate dalla legge di bilancio: 7,1 miliardi complessivi per il 2019. I dettagli operativi sono invece contenuti nel decreto legge varato dal Consiglio dei ministri di oggi 17 gennaio. L’articolo 1 del decreto prevede che è istituito dal mese di aprile 2019 il reddito di cittadinanza, «quale misura unica di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale, a garanzia del diritto al lavoro, nonché a favorire il diritto all’informazione, all’istruzione, alla formazione, alla cultura attraverso politiche volte al sostegno economico e all’inserimento sociale dei soggetti a rischio di emarginazione nella società e nel mondo del lavoro». Una partita, quella del reddito di cittadinanza, che si gioca su almeno dieci passaggi-chiave.

1.Chi sono i destinatari del reddito di cittadinanza? In base alle bozze del decreto legge che lo disciplina, il reddito di cittadinanza dovrebbe riconosciuto ai nuclei familiari in possesso, di una serie di requisiti: cittadinanza italiana, o di paesi della Ue, o con permesso di soggiorno di lungo periodo. È necessaria la residenza in Italia in via continuativa da almeno 10 anni al momento della presentazione della domanda, di cui gli ultimi due anni in modo continuativo. L’Istat nel 2017 ha stimano in povertà assoluta 1,78 milioni di famiglie residenti in cui vivono poco più di 5 milioni di individui, compresi 1,2 milioni di ragazzi minorenni. Secondo i dati del Governo il 47% dei beneficiari sarà al Centro-Nord e il 53% al Sud e isole.

  1. Come si calcola il reddito di cittadinanza? Il reddito di cittadinanza sarà vincolato all’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente, riferito alla famiglia. La soglia da non oltrepassare è di 9.360 euro. Se consideriamo le dichiarazioni Isee presentate nel 2017, secondo l’Inps sono poco più di 3,6 milioni quelle con Isee inferiore ai 10mila euro. Ma ci sono altri requisiti: patrimonio immobiliare, diverso dalla prima casa di abitazione, fino a 30mila euro annui; patrimonio finanziario non superiore a 6mila euro che può arrivare fino a 20mila euro per le famiglie con persone disabili. Il beneficio economico si compone di due elementi: una componente a integrazione del reddito familiare fino alla soglia di 6mila euro l’anno (moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza); una componente, a integrazione del reddito delle famiglie che vivono in affitto, pari all’ammontare del canone annuo di locazione (fino a un massimo di 3.360 euro). Il beneficio economico, inoltre, non può essere inferiore a 480 euro netti.

3.Come si riceve il reddito di cittadinanza? Serve una domanda all’Inps o sarà lo Stato a rintracciare il cittadino povero? Sarà necessario essere titolari di un conto corrente? Sono le domande che troveranno risposta nel testo del decreto su cui sta lavorando il governo. Il viceministro all’Economia, Laura Castelli, parlando dal palco della manifestazione M5s a Roma, aveva dichiarato che il reddito di cittadinanza non dovrà essere richiesto dai cittadini ma sarà lo Stato ad individuare chi ne avrà diritto. Qualche tempo fa era circolata l’ipotesi di accreditare l’importo sulla tessera sanitaria, ora l’idea più quotata è quella di accedere al reddito attraverso una carta ricaricabile, considerata lo strumento più trasparente. In base a quanto previsto dal decreto, invece, il modulo di domanda sarà predisposto dall’Inps e riconosciuto dallo stesso istituto di previdenza che farà tutte le verifiche del caso. Il beneficio economico è erogato attraverso una Carta prepagata di Poste italiane e ai suoi beneficiari sono estese le agevolazioni relative alle tariffe elettriche e quelle riguardanti la compensazione per la fornitura di gas naturale riconosciute alla famiglie economicamente svantaggiate.«Per febbraio saremo pronti a pubblicare il sito internet che dirà quali documenti sono da preparare e poi il sito da marzo sarà attivo per recepire la documentazione. Non c’è bisogno di andare a nessuno sportello se non si vuole. Possibile fare tutto con il portale» ha dichiarato Luigi Di Maio.

4.Come si spende? La card del reddito di cittadinanza sarà una carta acquisti erogata da Poste italiane che permette di effettuare prelievi in contanti entro un tetto mensile di 100 euro per singolo individuo. Al fine di contrastare fenomeni di ludopatia, è fatto divieto di utilizzare la carta per giochi che prevedono vincite in denaro. Dopo l’accettazione, il beneficiario verrà contattato dai centri per l’impiego per individuare il percorso di formazione o di reinserimento lavorativo da attuare.

5.Cosa sono le politiche attive? «Il reddito di cittadinanza non dà un solo euro a chi sta sul divano – ha detto Luigi Di Maio – perché avranno tutta la giornata impegnata per la formazione e lavori pubblica utilità e non avranno il tempo di lavorare in nero e se imbrogliano si beccano 6 anni di galera per dichiarazioni non conformi alla legge». Lo strumento, nelle intenzioni del governo, sarà fortemente collegato a percorsi di politica attiva: oltre alle otto ore da dedicare a impieghi di utilità collettiva, il beneficiario non potrà rifiutare tre proposte di lavoro “eque”, pena la perdita del beneficio. Nelle slide che illustrano il decreto viene indicato che chi è adeguatamente formato dovrà siglare il patto per il lavoro con un centro per l’impiego o un’agenzia per il lavoro. Chi invece ha bisogno di ulteriore formazione, dovrà siglare il patto per la formazione con enti di formazione bilaterale, enti interprofessionali o aziende. Chi non è in condizione di lavorare, dovrà siglare il patto per l’inclusione sociale che coinvolgerà sia i servizi sociali sia i centri per l’impiego. Nell’ambito del patto per il lavoro e di quello di inclusione i beneficiari saranno tenuti a partecipare a progetti utili alla collettività messi a punto dai comuni, fino a 8 ore settimanali.

6.Che cos’è l’offerta di lavoro congrua? L’offerta di lavoro congrua è quella proposta di lavoro in linea con il curriculum e all’interno di un certo raggio chilometrico dalla residenza del beneficiario. Una definizione non certo nuova nella disciplina del lavoro italiana, ma che finora non ha prodotto alcun tipo di risultato, perché è difficile stabilire con certezza quando un’offerta di lavoro è congrua e non può essere rifiutata. Vediamo cosa prevede il decreto: nei primi 12 mesi la prima offerta di lavoro potrà arrivare entro 100 km o 100 minuti di viaggio. Se viene rifiutata la seconda offerta potrà arrivare entro 250 km e se anche questa viene rifiutata la terza offerta potrà arrivare da tutta italia. Dopo il primo anno la prima offerta potrà arrivare fino a 250 km (come la seconda), mentre la terza da tutta Italia. Dopo i 18 mesi tutte le offerte possono arrivare da tutto il territorio nazionale. Per le famiglie con persone disabili le offerte di lavoro non potranno mai superare i 250 km.

7.Cosa faranno i centri per l’impiego? Per risollevare la situazione disastrosa dei centri per l’impiego italiani il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, ha dichiarato di volersi affidare a Domenico Parisi, direttore del National Strategic Planning and Analysys Research Center dell’Università del Mississippi, artefice di una riforma dei servizi con forte accento sull’aspetto digitale e tecnologico. Il professor Parisi sarà nominato a capo dell’Anpal, l’agenzia nazionale delle politiche attive per il lavoro. Prevista l’assunzione di oltre 4mila navigator che aiuteranno i beneficiari del reddito di cittadinanza a trovare opportunità di lavoro. L’obiettivo è creare un sistema in cui le offerte di lavoro viaggiano esclusivamente sul canale digitale.

Ogni cittadino potrà accedere a un sistema informativo, ha spiegato Nunzia Catalfo, presidente della Commissione Lavoro del Senato, al quale si potrà accedere dal computer o dal telefonino per fare la ricerca del lavoro. La fotografia attuale dei centri per l’impiego però restituisce l’immagine di strutture che non hanno personale a sufficienza e non formato allo scopo. Sono un decimo rispetto a quelli impiegati nei Paesi che veleggiano verso la piena occupazione (in Germania sono 110mila contro gli 8mila italiani). Spesso gli impiegati dei centri per l’impiego italiani si dedicano a “scartoffie” burocratiche senza concentrarsi invece su orientamento e formazione.

8.Quanto dura il reddito di cittadinanza? La durata è di 18 mesi, alla scadenza ci sarà una sorta di “tagliando”. Se il percettore è ancora in possesso dei requisiti richiesti la misura potrà essere prorogata di ulteriori 18 mesi.
9.Ci sono incentivi per le aziende? Chi riceve il reddito di cittadinanza porterà in dote tre mensilità all’impresa che lo assume da un centro per l’impiego dove ha stipulato un patto di servizio per il reinserimento lavorativo. Le aziende che assumono un beneficiario del reddito di cittadinanza nei primi 18 mesi di fruizione del beneficio, ottengono un contributo sotto forma di esonero contributivo pari alla differenza tra 18 mesi e i mesi già fruiti dal beneficiario. Il contributo non è comunque inferiore a 5 mesi, con un tetto di 780 euro mensili. In caso di rinnovo del reddito di cittadinanza l’incentivo per le imprese è fissato in 5 mesi.

10.Come funzioneranno i controlli? L’operazione-verifiche si annuncia imponente e complessa. L’agenzia delle entrate lavorerà insieme a Inps e Guardia di Finanza: l’obiettivo è incrociare le banche dati, come annunciato da Laura Castelli, viceministro all’economia, anche se non è da trascurare lo “scoglio” della privacy. Per quanto mirati, poi, i controlli eseguiti negli ultimi anni dalla Guardia di Finanza coprono meno dello 0,5% dei potenziali beneficiari del reddito di cittadinanza. Quanto ai centri per l’impiego finora non hanno mai eseguito controlli.

Il decreto legge del Governo prevede l’applicazione di sanzioni nei casi in cui vengano fornito, con dolo, dati e notizie non rispondenti al vero nel corso della procedura di richiesta del reddito. Si tratta della reclusione da due a sei anni, oltre alla decadenza dal beneficio e al recupero di quanto indebitamente intascato. Si decade dal sussidio anche: se non si sottoscrive il patto per il lavoro o il patto per l’inclusione sociale; non si partecipa, senza motivo, a formazione o politica attiva; non si aderisce ai progetti di utilità sociale (otto ore settimanali); si rifiutano tre offerte congrue. Le decurtazioni per chi non si presenta alle convocazioni di Cpi sono espresse in mensilità (massimo due, poi scatta la decadenza).

Francesca Barbieri – ilsole24ore