MA QUALE CITTA’ DI SAN NICANDRO GARGANICO!

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Il titolo di città è un titolo onorifico storico che distingue le comunità di tipo urbano da quelle di tipo rurale e Il comune ne è l’ente locale che rappresenta la comunità, che ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo ed è dotato di un certo grado di autonomia amministrativa più vicino al cittadino. Si definisce tale, per le sue caratteristiche di centro abitativo nel quale si svolge la vita sociale pubblica dei suoi abitanti.

In genere, una città è composta da aree residenziali, zone industriali e commerciali e settori amministrativi che possono anche interessare una più ampia area geografica. La maggior parte dell’area di una città è occupata dal tessuto urbano (case, vie, strade), con edifici disposti più o meno regolarmente, in modo da formare vie di comoda transitabilità, selciate, lastricate o asfaltate, fornite di servizi pubblici e di quanto altro sia necessario per fornire condizioni favorevoli alla vita sociale. Quindi, il concetto di città è legato a quello di una molteplicità di funzioni di varia origine e indole, economiche, sociali, culturali, religiose, amministrative, sanitarie, di sicurezza, ecc, riunite in un solo luogo e per tale ragione non è condizionato dal numero degli abitanti.

Nonostante questo titolo, nell’elenco dei comuni pugliesi San Nicandro Garganico non risulta essere presente con il titolo di “città”.

Detto questo, analizziamo, brevemente, la situazione nella nostra “cittadina”, in quanto per descrivere tutto ciò che non funziona non basterebbero fiumi di inchiostro.

Strade asfaltate? Nemmeno a parlarne! Si aspetta sempre che i cittadini reclamino per danni subiti per vedere un sacchetto di bitume che ottura qualche fosso che da li a poco si rifarà a 10cm di distanza.

Illuminazione? Macchè, interi quartieri al buio ed ancora non si riesce a capire da dove ne provenga il guasto. Punti luce non funzionanti? E’ una situazione atavica, è bene che non funzionino altrimenti interi quartieri avrebbero le strade illuminate in maniera alternata, Quando funziona un punto luce, l’altro è spento, e viceversa, in quanto la centralina non sopporta l’intero carico.

Pulizia dalle erbacce? Non si sa perché non viene più fatto! C’è stato un periodo in cui qualcuno, a prescindere dal colore politico, faceva funzionare tutto perfettamente, poi all’improvviso ha dato fastidio a qualcuno, e come per dimostrare che chi fa non è bene accetto in questa cittadina, è stato silurato a torto o a ragione!

Concorsi pubblici? Non si sa cosa siano. Siamo arrivati all’osso, servizi pubblici che non funzionano per mancanza di personale e per sopperire a ciò si assumono tecnici esterni, come se i nostri cittadini non abbiano capacità intellettuali e professionali tali da poter assumere ruoli dirigenziali.

Servizi pubblici? Ma cosa sono? Noi abbiamo mezzi servizi pubblici, nel senso che funzionano a metà, e nessuno dice nulla, nessuno si interessa a farli funzionare a pieno regime, nonostante le continue lamentele. Non mi si venga a dire che siamo in regime di pandemia! Appunto, in regime di pandemia, visto il prolungarsi dei tempi di disbrigo, in molte altre “cittadine”, si sono prolungati i tempi di apertura al pubblico.

Sicurezza? Ma neanche a parlarne. C’è anarchia totale, ognuno crede, dopo un certo orario, di poter fare quello che vuole. Tanto nessuno controlla! Non perché le poche forze dell’ordine rimaste non lo facciano, ma perché per tutto il territorio non c’è personale sufficiente. Concorsi, concorsi, concorsi, assunzioni, assunzioni, assunzioni. Un impianto di videosorveglianza costato non si sa quanto, ancora inattivo.

La lista è lunga, ma mi fermo solo per dire che a tutto questo si è aggiunto la Pandemia da Coronavirus. La Pandemia che ci ha obbligati alla chiusura totale, che ci ha bloccati tutti, che ci ha fatto conoscere termini come mascherine chirurgiche, FFP3, FFP2, distanziamento sociale, contagi, terapia intensiva, sanificazione e quant’altro.

Voglio solo spendere due parole sul distanziamento sociale. Ancora oggi in fase 2, fase 3, o non si sa che fase sia, sono in vigore alcune precauzioni o se vogliano, restrizioni tra cui, appunto il distanziamento sociale.

Per distanziamento sociale si intende il rimanere lontani dalla folla e dallo spazio personale altrui. Il distanziamento sociale, divenuto la nuova regola, è considerato una delle misure di protezione di base dell’OMS che raccomanda di mantenere una distanza di almeno 1 metro da chiunque tossisca o starnutisca. Quando non è possibile mantenere la distanza sociale è conveniente, per tutti, indossare la mascherina.

E’ utile indossare la mascherina non solo per salvaguardare se stessi, ma anche per avere rispetto verso gli altri. L’indossare la mascherina è ancora oggi obbligatoria negli ambienti chiusi, eppure ciò non succede.

Basta andare fuori la nostra “cittadina”, quando si entra in qualsiasi esercizio commerciale, non tutti, ma la maggior parte, è obbligatorio indossare la mascherina, entrare uno o due alla volta in rapporto agli spazi e sanificarsi le mani, utilizzando il dispenser messo a disposizione dall’esercizio stesso.

Nella nostra “cittadina” ciò non succede, chissà perché, forse si pensa che ormai la pandemia è alle nostre spalle, che è tutto un complotto per avere il controllo sul popolo, che è stata tutta una preparazione di laboratorio effettuata dalle case farmaceutiche, ma comunque, nella nostra “cittadina”, l’esercente e gli operai dell’esercizio non indossano la mascherina, non in tutti gli esercizi commerciali c’è il dispenser, si entra in quanti si vuole e se per caso ci si permette di dire che è preferibile far rispettare le regole, vieni anche trattato male. Anarchia totale!

Con questo non si vuole fare di tutte le erbe un fascio, ma la maggior parte degli esercizi commerciali non fanno rispettare le regole.

Allora mi chiedo, perché per colpa di pochi devono pagare in tanti? Perché chi è rispettoso delle regole deve subire come chi non le rispetta?

Alla mia domanda ad un Esercente, non della nostra “cittadina”, come mai tutte queste regole e tutte queste precauzioni, la risposta è stata: “Innanzitutto per la salute personale e per il rispetto degli altri, poi perché crediamo che ancora non sia tutto finito, poi perché siamo controllati dalle Forze dell’ordine e non vogliamo richiudere di nuovo tutto, poi perché quel poco che riusciamo a guadagnare non vogliamo restituirlo sotto forma di multa o di contravvenzione. Qui girano e se c’è qualcosa che non va, ci multano!”

Non parliamo degli assembramenti che sono una nota ancora più dolente.

E’ il caso di dire: “Si vuole che si rispettino le regole? Bisogna colpire i trasgressori nella cosa che più gli sta a cuore: la tasca!”

(lettera firmata)