LA STORIA DELLA MONETA IN ITALIA DAL 1861 AD OGGI

0
1852

Inizia da oggi la pubblicazione, in dispensa settimanali, delle banconote emesse dalla metà del’800 ad oggi. Un lavoro dello studioso Emanuele Petrucci per tutti gli appassionati ma anche per ripercorrere la storia d’Italia fino a quando la gloriosa lira ha ceduto il posto dell’Euro.

All’indomani dell’unificazione politica del 1861 l’Italia era economicamente arretrata rispetto ai maggiori paesi europei, quindi si sentiva il bisogno di istituire un Istituto finanziario statale come quelli che erano già in funzione in Francia, Belgio, Olanda, Austria ed anche negli U.S.A. con la Federal Reserve.

Ma quello che ha fatto emergere l’impellente necessità di avere un simile Istituto è stato lo scandalo provocato dalla Banca Romana (vecchia Banca dello Stato Pontificio) che è stato un caso politico-finanziario di rilevanza nazionale, che fu al centro delle cronache italiane dal 1892 al 1894. Fu uno scandalo che ebbe come elemento centrale la scoperta delle attività illecite del governatore della Banca Romana che coinvolse ministri, parlamentari, giornalisti e addirittura l’intero Governo a partire da Francesco Crispi fino a Giovanni Giolitti.

È stato questo il primo grave scandalo della storia della sabauda Italia unita con Roma capitale (si trattava di aver messo più denaro rispetto alla quota concessa utilizzando in doppio gli stessi numeri di serie). Ci fu, quindi, l’inchiesta e il processo si concluse con l’assoluzione di tutti gli imputati, con l’erario statale che dovette far fronte al buco causato dalla cattiva gestione dei crediti.

La vicenda mise in risalto, la urgente necessità di istituire un’unica banca centrale per l’emissione della moneta col potere di decidere la politica monetaria del paese che si attuò con il nuovo incarico dato al Crispi, rieletto per la terza volta Presidente del Consiglio dei Ministri, che emanò la legge 449 del 10 agosto 1893 che diede vita all’Istituto della Banca d’Italia. Intanto chi continuava ancora a stampare carta moneta per conto del Regno d’Italia erano ben sei gli Istituti: la Banca Romana, la Banca Nazionale di Torino, il Banco di Napoli, il Banco di Sicilia, la Banca Nazionale Toscana e la Banca Toscana. Ognuna di queste aveva quote specifiche di emissione che non potevano assolutamente essere derogate. Questo nuovo Istituto, chiamato Banca d’Italia, nato, pertanto, nella forma di Società Anonima, quindi privata, per impedire che fosse lo Stato a nominare i suoi vertici.

Era inoltre un Istituto che nasceva dalle ceneri della Banca Romana (che già stampava carta moneta dal 1861 nell’Italia unita) e dalla fusione della Banca Nazionale del Regno, della Banca Nazionale Toscana e dalla Banca Toscana di Credito. Questa era, quindi, l’importante indispensabile riforma che necessitava al paese. In seguito a questa riforma risultò che le banche con facoltà di stampare il denaro per conto dello Stato Italiano erano ridotte a tre: Banca d’Italia, Banco di Napoli e Banco di Sicilia.

E fu il Governo Mussolini che, solo nel 1926, fece una ancora più importante definitiva riforma, cioè quella che accordava alla Banca d’Italia il privilegio di essere l’unica ad emettere denaro per conto dello Stato Italiano. E da allora a nessun’altra banca era concesso di stampare carta moneta.

Emanuele Petrucci