E’ stata celebrata ieri nella sede della Sinagoga di San Nicandro la “Giornata della memoria” della comunità ebraica locale. L’evento è stato organizzato dalla stessa comunità con l’amministrazione comunale di San Nicandro, lo Spi Cgil e l’Associazione ANPI.
Molto interessante l’intervento di Lucia Leone, responsabile della Comunità ebraica di San Nicandro, che ha parlata della fuga dall’Egitto e di Mosè facendo opportuni riferimenti alle vicende di allora con quelle della seconda guerra mondiale e dei nostri giorni. Bravissima Angela Cataluddi con la sua musica. Tanti gli interventi come quello del sindaco Costantino Ciavarella che ha affermato quanto sia importante la presenza della Comunità a San Nicandro anche per la sua storia che è già diventata storia dell’ebraismo italiano. Infine l’intervento di Grazia Casavecchia che ha focalizzato l’attenzione su Donato Manduzio in un periodo storico difficile ma che ha costituito un unicum per l’ebraismo mondiale.
Di seguito si riporta lo stralcio del discorso di Casavecchia in cui ci sono notizie che riguardano la storia dell’ebraismo a San Nicandro.
Molte volte ho cercato di immaginare come la nostra comunità visse tutto il periodo della shoah; quali erano i loro pensieri preoccupazioni o paure. Una ricerca cronologica che ho fatto sul diario di Manduzio, le frasi che trovate in neretto sono copiate integralmente dal suo diario.
Dal 1930 ( anno in cui il Manduzio ebbe la visione e quindi la successiva conversione all’ebraismo) fino al 1938 (anno in cui furono emanate le leggi razziali) è un susseguirsi di corrispondenze epistolari al rabbino capo di Roma e continue visite da parte di Raffaele Cantoni antifascista italiano ebreo, dirigente della DELASEM (delegazione per l’assistenza degli emigranti ebrei) che tanto si preoccupa di fornire alla piccola comunità libri per la preghiera, tallid (scialle per l’uomo) kippoth (copricapo), e una casa dove pregare lo shabbath .
Nel 1936 viene proibito al Manduzio di aprire la sua casa per pregare e gli fecero una multa di 260 lire.
Luglio 1937
La comunità chiede alla questura un’autorizzazione per riunirsi in casa di preghiera. La Questura chiama uno di loro a presentarsi dicendo che tutto va bene e che devono fare domanda al ministro del culto. Allora rav Cantoni avvisato dal Manduzio, vuole scrivere una domanda al capo rabbino di Roma.
Ma ad un certo punto non arrivano più lettere a S.Nicandro e nulla si seppe della faccenda fino a quando una risposta del segretario di Rav Cantoni dice che “non era più il tempo perché il mondo è guasto e anga il Rabbino è in pericolo per la sua andata nel suo paese”.
18 Sett.1938
Vengono enunciate per la prima volta, a Trieste in piazza dell’Unità, le leggi per la difesa della razza mentre a S.Nicandro continuano a scrivere, a Firenze, a Roma chiedendo indirizzi dove ordinare libri, si abbonano anche ad un giornale che ricevevano da Israele. Insomma di stare in silenzio proprio non era per loro anzi, diventavano molto piu insistenti se non ottenevano risposte.
8 Nov 1938
Il Sig. Cerrone venne chiamato a Foggia in Questura. Allegato n 1
11 Nov 1938
Sul Corriere della Sera c’è la notizia di approvazione delle leggi per la difesa della razza dal consiglio dei ministri. L’articolo 13 vietava alle persone di confessione ebraica di lavorare alle dipendenze di enti pubblici. I Professori universitari venivano sospesi dal servizio, gli studenti ebrei allontanati dalle scuole, dal senato furono allontanati 9 senatori. Allegato n 2
A casa del Manduzio gli ufficiali tedeschi che curiosarono nella stanza con le sue iscrizioni e decorazioni ebraiche scatenarono il panico, ma fortunatamente andarono via e non tornarono.
Anche a scuola– ricordava Eliezer Tritto (scomparso nel 2018) i fascisti ci davano fastidio, maestri e direttore ci mandavano via con la scusa che non facevamo il segno della croce.
Marzo 1940
Festeggiano Purim (il carnevale ebraico) e continuano a scrivere al Cantoni ed a insistere sulle conversioni, il Cantoni rispose che “non ci pote far nulla perché nessuno di noi è Ebreo di nascita e non avete nessun diritto”.
Ma loro da testardi sannicandresi risposero- “quantunque noi non fossimo nati in Israele, ma speriamo non le cose che opera Israele ma le leggi che l’Eterno disse che se il forestiero opera le sue leggi mi è migliore dei figlioli e delle figliole”.
5 lug.1940
Cantoni scrive al Manduzio dicendo di essere stato carcerato prima a Milano poi a Macerata, dopodiché le lettere tornano sempre indietro con la scritta “ non esiste”.
Ad Agosto Cantoni fa sapere a Manduzio che lo stanno trasferendo alle Tremiti dicendo che- “in caso di bisogno mi mandate un po’ di salsa di pomodoro”.
26 ott. 1940
Un carabiniere va da Manduzio e porta i saluti di Cantoni, dicendo che non aveva fatto niente e che dopo la guerra veniva liberato.
Subito prepara “la salsa , l’olio di vuliva”. “Il piroschifo partiva alle 5 e arrivava alle 11”.
21 gen. 1944
La vita della comunità prosegue tra ostilità delle autorità e principali festività Ebraiche fino a quando gli Alleati entrano a San Nicandro; tra loro dei soldati Ebrei della VIII^ Brigata Britannica apprendono l’esistenza di uno stranissimo gruppo di Ebrei Garganici.Al passaggio dell’armata i giovani sventolarono la bandiera Ebraica, essi si sono fermati scesero dai mezzi e subito dissero: shalom. Diedero una copia della storia al Maggiore Pincas, “così la nostra storia venisse alla chiara luce del mondo”.
Sul diario a questo punto Manduzio fa una sua considerazione su l’Italia e Mussolini scrivEndo: Quando Mussolini fu per capo del governo ogni cosa si fece buona e il governo vinceva ovunque.
Ma quando fu sedotto da Hitler fece la strage ai figli di Dio, tolto danaro posizioni.Q
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Mag. 1945
Intanto con la resa incondizionata della Germania si ha la fine della guerra in Europa.
29 lug.1946
Finalmente dopo 16 anni arriva il rav. Ravenna e il dottore da Bari per le circoncisioni che avvennero poi il 5 agosto. A Manduzio non venne concessa per la sua invalidità.
Nel 1948 muore Manduzio.
Tra il 1948 e il 1949 il gruppo fa l’haliya: la salita, immigrazione ebraica nella terra d’Israele. Le più decise a partire sono le donne, partire per la Terrasanta per il gruppo non significa migrazione ma piuttosto è un ritorno a casa.
A Sannicandro l’Ebraismo sembra essere finito rimangono solo tre o quattro donne tra cui anche la moglie di Donato che continua ad aprire la sua casa lo shabbath.
Queste donne furono per l’attuale comunità come le madri d’Israele “Sara Rebecca Rachele e Lea”.
La comunità oggi conta un bel numero, è molto attiva e dinamica, ad essa appartengono giovani che studiano e insegnano nelle scuole ebraiche e famiglie convertite ufficialmente.