CARPINO FOLK FESTIVAL, IL REGGAE INCONTRA LA TARANTELLA CON CAPLETON E I CANTORI

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Oggi, 11 agosto, ultimo atto e finale coi botti alla 23.ma edizione del Carpino Folk Festival. Sul palco in piazza del Popolo (si inizia alle ore 21), l’atteso arrivo di Capleton, profeta del reggae moderno (prima tappa italiana del tour europeo) e la tradizione del Gargano con i Cantori di Carpino. Musiche, melodie e coreografie a confronto con due momenti di straordinaria bellezza artistica in una tenzone dal sapore musicale. Programma arricchito anche dalle esibizioni dei Riserva Moac & Bukurosh Balkan Orchestra e dei Mop Mop. Insomma, sound per tutti i gusti nel gran finale della rassegna musicale più attesa dell’estate garganica. Tra gli ospiti Renato Marengo, produttore e critico discografico, che da sempre vanta un legame straordinario con la world music e la musica tradizionale. Recente la sua intensa e proficua collaborazione con i Cantori di Carpino. “C’è la world music dai sound sofisticati e intensi domani sera – commenta Luciano Castelluccia, direttore artistico del Carpino Folk Festival -. Momenti diversi per due esperienze musicali geograficamente opposte ma unite da una jam session virtuale nel nome della cultura del mondo. Il Carpino Folk Festival continua a distinguersi nel suo percorso con proposte di spessore come quelle di Capleton e la conferma, semmai ce ne fosse bisogno, dell’esperienza dei Cantori di Carpino, sempre più testimonial ed eredi di una cultura musicale unica nel suo genere. Ecco perché abbiamo proposto a coloro che ci seguono momenti così interessanti e intensi. Il Festival è anche questo: confronto tra culture, popoli, idee. E’ la nostra mission e la musica ne è l’arma più bella”.

LE SCHEDE DEGLI ARTISTI

CAPLETON

L’11 agosto a Carpino, la prima data italiana del tour europeo di Capleton sul palco del Carpino Folk Festival 2018, il festival della musica popolare e delle sue contaminazioni che si svolge sul Gargano. Criticato e attaccato per la virulenza dei suoi testi, soprattutto quelli all’inizio della sua carriera, Capleton è l’indiscusso profeta del reggae moderno: traghettatore del dancehall dalla dimensione arrabbiata e antagonista a oltranza a quella della nuova presa di coscienza, Capleton è anche la voce di tutti i Rastafarians che guardano all’Etiopia come alla nuova terra promessa. Capleton, uno degli artisti più energici e carismatici della scena reggae internazionale, mancava in Italia dal 2016. Un grande nome che andrà a rendere ancora più calda l’estate italiana e del Gargano e che potrebbe essere l’occasione per ascoltare qualche brano inedito di King Shango. Infatti, il cantante giamaicano in un’intervista rilasciata lo scorso settembre, aveva annunciato una serie di lavori per il 2018 tra cui anche un nuovo album. In attesa di conoscere ulteriori dettagli, ci prepariamo ad accoglierlo a Carpino e assistere a uno dei più interessanti e movimentati show della prossima estate italiana.

CANTORI DI CARPINO

Paesi, borghi, contrade che fanno giungere l’eco della tradizione, come accade per Carpino, splendido comune in provincia di Foggia, che ha fornito modelli, giri armonici, pattern, diremmo con termine anglosassone, per tanta musica di ispirazione popolare degli ultimi decenni, musica che si è affiancata senza frizioni o rigetto alcuno, a quella della più autentica tradizione del Gargano. Oggi il gruppo dei “I Cantori di Carpino” è impegnato nel lavoro, vorremmo dire nella missione, di ricerca e riproposizione del ricco patrimonio culturale di cui la loro terra è custode, come molti ricercatori di fama mondiale hanno evidenziato, da Alan Lomax a Roberto Leydi, da Diego Carpitella fino a Roberto De Simone, che, a partire dalla metà degli anni ’60, ha riproposto, nella propria ricca e personale lettura con la “Nuova Compagnia di Canto Popolare” , tarantelle, serenate, tammurriate. In accordo o meno con l’interpretazione di De Simone, ma sempre per suo merito, si sono sviluppati i fenomeni di artisti come Eugenio Bennato, Teresa De Sio, Napoli Centrale, Carlo d’Angiò, Pino De Vittorio. Il certificato di battesimo de I Cantori di Carpino è datato 1924, ma raccoglie già secoli di tradizione orale; a dare vita al primo atto ufficiale del gruppo sono Andrea Sacco, Gaetano Basanisi, Rocco di Mauro, Antonio Di Cosimo, Micheleantonio Maccarone ed Angela Gentile… La musica popolare di tradizione orale nella zona di Carpino, nel Gargano, che Alan Lomax riporterà nei suoi preziosi taccuini di un viaggio musicale, nasce e si diffonde tra contadini, pescatori e artigiani del luogo fin dal XVIII secolo e in parte essa viene a far parte del bagaglio dei molti giovani pugliesi che si recano nei Conservatori napoletani durante il secolo d’oro della musica. Attualmente I Cantori di Carpino sono: Nicola Gentile (tammorra e voce), Rocco Di Lorenzo (chitarra battente e voce), Gennaro Di Lella (chitarra francese), Antonio Rignanese (chitarra battente), Rosa Menonna (castagnole e voce) con le new entry dei giovanissimi Francesco Di Perna (chitarra acustica e voce) e Piero Manzo (tammorra, voce e ballo); Il gruppo è curato da WMusic di Massimo Bonelli ed è prodotto da Renato Marengo, giornalista e musicologo, fondatore del Napule’s Power. Il repertorio dei cantori e suonatori di Carpino è tipico delle “scholae” della tradizione pastorale del Gargano. I brani ricorrenti e preferiti sono le “tarantelle” e le “arie” unite spesso in un’unica forma chiaramente bipartita e differenziata. Le “tarantelle” di Carpino, come quelle di Nardò, non assomigliano a quelle stilizzate e a tutti note: sono intessute di svariate tecniche vocali (melismi, attacchi glissati, cadenze gridate e improvvise, tremoli e singhiozzi) che esulano da qualsiasi stilizzazione colta. Quanto allo stile delle “arie” è uno stile “lungo”, dal prevalente carattere discendente, dal registro molto acuto, gridato e tenuto, con “ambitus” molto ampi, scale “modali” e per toni interi, con intervalli in genere al di sotto del semitono temperato. La libertà delle voci è favorita dalla indeterminazione tonale della “chitarra battente”, con le sue 5 o 6 corde, con un ciclo tonale mono-tono e limitato, tali da essere un sottofondo uniforme ed elaborato, molto simile a quello ottenuto dagli strumenti a corda e a plettro del vicino Oriente.

RISERVA MOAC & BUKUROSH BALKAN ORKESTRA

Se incrociate a suon di hip-pop e rock le coordinate dei Dub Fx con la Fanfara Ciocarlia o quelle dei Gogol Bordello con Dj Shantel sui binari delle robuste basi electro vi troverete nella Babilonia “glocal” della Riserva Moac. Un posto dove la globalizzazione è quella delle diverse bellezze culturali e sociali, non quella triste dei mercati; dove la vera ricchezza è l’umanità, quella cosa bellissima che il genere umano deve recuperare. Gran numero di concerti in Italia e in Europa, un notevole carnet di riconoscimenti ed alla costante presenza in molte compilation italiane ed estere. Consacrata nell’Arezzo Wave 2003, nel 2005 esce Bienvenido, il primo Cd. Brani come Bienvenido en la reserva, Di vedetta sul mondo, Ungaretti sono stati suonati anche al concerto del Primo Maggio 2006, in una gremitissima piazza San Giovanni a Roma. Tra i più importanti festival a cui il gruppo ha partecipato figurano il Festival Interceltique de Lorient (FR), il FIMU di Belfort (FR), BJCEM, senza dimenticare un importante tour negli USA. Nell’autunno del 2007 un nuovo singolo, Il Riservista, comincia a suonare nelle radio, con tour al seguito e nuove esperienze europee come il famoso TFF 2008 a Rudolstadt (Germania). Nel giugno del 2009 esce il secondo album La Musica dei Popoli. ll suono si compatta e si ingrossa; la fusione di stili, strumenti e linguaggi è più profonda. L’elettronica comincia a soppiantare le componenti più folk, dando vita ad un sound globale con influenze balkan e rock. Si consolida anche l’apertura europea del gruppo, con l’etichetta tedesca Galileo-MC. Ogni anno sono frequenti i concerti in Germania e Francia Il primo maggio 2012 esce il nuovo singolo MayDay MiDai, anticipazione di un tour estivo diverso in stile e scenografia. Nell’estate 2014 è uscito Jackpot, un nuovo, prorompente singolo con un feat. di Erriquez, frontman della Bandabardò. Jackpot è passato in heavy rotation su numerose radio nazionali, attestandosi per sedici settimane ai primi posti della classifica di gradimento Indie Music Like. Nel 2014 la Riserva Moac vince il concorso nazionale HitMusicAwards, ottenendo la pubblicazione di Jackpot e MayDay MiDai su Hit Mania 2014, famosa compilation con una tiratura di oltre 30.000 copie, uscita lo scorso fine dicembre. Il 2015 della band molisana è corso all’insegna di un nuovo album, Babilonia (sempre pubblicato dall’etichetta tedesca Galileo-MC). Il tour di presentazione del disco è composto da live show completamente rinnovati in cui ai brani freschi di “Babilonia” si affiancheranno i cavalli di battaglia che hanno caratterizzato un decennio di attività musicale in Italia e in Europa. Il tutto con arrangiamenti originali e rivisitati, grazie alla frenetica sessione di ottoni della Bukurosh Balkan Orkestra. Babilonia, un album corale, in cui i featuring di numerosi artisti contribuiscono a creare quella Festa global che è il sound e il messaggio della Riserva Moac. Da Erriquez della Bandabardò (presente in Jackpot) ai rapper Master App e Big Roma, fino ad arrivare a Salia, cantante africano di speranza ed alla White Widow, singer statunitense dall’anima suadentemente e caparbiamente rock. Il 2016 dopo l’uscita discografica di Babilonia vede la Riserva Moac impegnata in una intensa attività live. Tra aprile e maggio, un tour promozionale del nuovo album, ha visto la band sui palchi di alcuni tra i locali storici della scena live italiana, come il Fuori Orario di Taneto (RE) e il Vibra di Modena. Ma anche Roma, Milano, Taranto. Nuovo vigore anche alle partecipazioni in festival europei.. Sommerfestival der Kulturen a Stuttgart, Kramenbruckerfest a Erfurt, stadtfest a Jena: questi i festival open air a cui la Riserva ha partecipato in Germania. Ma il 2016 è anche l’anno della Riserva Moac in un’inedita veste teatrale. Le musiche di Babilonia, infatti, sono eseguite dal vivo nel Re Lear di Shakespeare, per la regia di Stefano Sabelli in tour nei teatri italiani. Una Riserva “fuori dalla riserva”, impegnata ad abbattere muri e recinzioni ancora presenti nella nostra mente. La Babilonia “riservista” e Zion, in fondo, non son poi così distanti. Babilonia, il nuovo disco della Riserva Moac uscito per l’etichetta tedesca Galileo MC di Daniel Dinkel, già compagna di viaggio della Riserva negli anni passati grazie alle numerose incursioni live in Germania che hanno visto la band impegnata in vari festival di rilievo internazionale tra cui il TFF di Rudolstadt.

MOP MOP

Chiunque li conosca sa che il loro stile li ha condotti in uno spazio situato da qualche parte tra il jazz, il funk e il sound postmoderno all’italiana, che li ha portati a far parte della colonna sonora del film di Woody Allen “To Rome With Love”. I Mop Mop sono una creazione di Andrea Benini, musicista, compositore, produttore, dj attivo nella scena musicale Internazionale da oltre 15 anni, appassionato di musica Afro-Americana è un instancabile osservatore e sperimentatore di suoni. Dal 2003 i Mop Mop captano vibrazioni da tutto il Mondo per conseguire il loro personale approccio musicale. Nel 2013 con il quarto album da studio “Isle Of Magic” i Mop Mop ci portano alla loro più coinvolgente e organica registrazione, lavorando assieme alla leggenda del funk Fred Wesley, già trombonista di James Brown e il poeta Londinese Anthony Joseph. Il singolo “Run Around” è stato premiato come “Best Dancefloor Jazz track of the Year” dalla “Red Bull Music Academy (RBMA)” Tedesca. Il raffinato cosmo musicale dei Mop Mop ricorda talvolta Fela Kuti, talvolta il visionario Sun Ra, talvolta l’ ipnosi ritmica di James Brown fino ai fumosi e scuri Club di Berlino, città dove risiede Benini dal 2008. La musica dei Mop Mop è distribuita e suonata in tutto il Mondo ed è supportata dai più importanti DJs e Artisti Internazionali tra i quali Gilles Peterson, Toshio Matsuura e Jamie Cullum. A Maggio 2016 è uscito il loro quinto album da studio intitolato “Lunar Love”, un doppio LP arrangiato e prodotto da Benini in uscita per Agogo/!K7. L’album vanta collaborazioni con l’Artista della Ninja Tune Records Annabel Lee, la stella nascente Parigina Wayne Snow e il poeta Londinese Anthony Joseph.

Info

Chi arriva in auto a Carpino, può parcheggiare in due aree di sosta posizionate all’entrata del paese. Non si tratta di aree attrezzate per il campeggio con servizi per i turisti, ma di spazi aperti al pubblico dove è consentita la sosta ai camper (autocaravan) insieme alle autovetture, spazi con illuminazione pubblica e collegati al paese, nei giorni dall’8 all’11 agosto, dal servizio comunale di navetta gratuito per il breve tragitto fino alla zona dei concerti (1,5 km).

Per l’occasione Ferrovie del Gargano, ha istituito due treni straordinari e due bus straordinari per mettere in rete i Comuni della provincia e i centri turistici.

Questi gli orari:

– per Carpino da S.Severo 19.00 19.30 e 20.03 con arrivo a Carpino alle 19.55, 20.24 e 20.55

– per Carpino da Peschici Calenella 17.09 e 19.36 (da Vieste alle 18.20) con arrivo a Carpino alle 18.03 e 20.30

– da Carpino per S.Severo in treno alle 1.42 e 2.30 (solo per i concerti del 10 e 11 agosto) con arrivo a 2.34 e 3.21

– da Carpino Stazione per Calenella in bus alle 2.30 (solo per i concerti del 10 e 11 agosto) con arrivo a 3.20 (a Vieste alle 4.20)

– da Carpino Stazione per Vico del Gargano in bus alle 2.30 (solo per i concerti del 10 e 11 agosto) con arrivo al 3.10.

Navette messe a disposizione dal Comune di Carpino in partenza da via Mazzini metteranno in collegamento il paese con lo scalo ferroviario.

Il Carpino Folk Festival 2018, organizzato dall’Associazione Culturale Carpino Folk Festival, rientra nel Progetto triennale finanziato dalla Regione Puglia – FSC 2014/2020 – Investiamo nel vostro futuro ed è sostenuto dal Parco Nazionale del Gargano e dal Comune di Carpino.