EDITORIALE DELLA DOMENICA. TUTTI AL MARE E TRA 40 GIORNI SI VOTA

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A poco più di un mese dalle elezioni politiche del 25 settembre si pensa solo alle vacanze, al caldo, al clima incostante di questo periodo che sta provocando danni e tantissimi incendi. La gente sembra essere stanca della pandemia e, come può, si riversa in spiaggia mentre delle prossime elezioni ne parlano solo i giornali e le televisioni con una share di ascolto superato da qualsiasi altro programma in contemporanea.

Insomma, continua il crescente distacco tra cittadini e istituzioni che è ascrivibile ad una radicale perdita di fiducia nella democrazia come veicolo di cambiamento ed emancipazione sociale, che oggi interessa in particolare i più poveri e i più svantaggiati. Con una espressione forse paradossale si può parlare di cittadini senza politica e, quindi, la stanchezza ed il disgusto nei confronti della stessa. Basta ricordare il continuo astensionismo che è la chiara dimostrazione di una sfiducia generalizzata per i politici.

Il problema è che la politica è veramente importante perché c’è chi decide, come decide e cosa decide e lo fa da sola con argomenti e provvedimenti che vengono riversati su tutti noi che abbiamo firmato una delega in bianco con la quale i politici si sentono autorizzati a fare la volontà degli elettori che non sembra sia ciò che veramente questi vogliono. E, proprio per questo, ecco il fenomeno dell’astensionismo e dall’allontanamento verso la politica, una filosofia per la crescita ma che dimentica proprio chi dovrebbe proteggere.

Torna allora un atroce interrogativo: a cosa servono le elezioni? Servono perché non si deve mai perdere la speranza che tutto possa cambiare e, quindi, mai rassegnarsi che l’intero sistema è ormai immodificabile. I cittadini devono riprendersi il potere delle decisioni proprio con l’esercizio del voto e questo lo si può fare con la propria scelta responsabile nella cabina elettorale superando la rassegnazione di oggi ed il primato della politica con la volontà della propria opinione. La rassegnazione deve dare spazio all’idea che il domani deve essere diverso dall’oggi.

Purtroppo l’estate e le vacanze lasciano poco spazio a tutto questo. Proviamoci lo stesso. L’importante è che inizi un percorso in cui l’emozione politica abbia la meglio sulla rassegnazione per restituire a noi stessi la dignità di cittadini anche se di opinioni e culture diverse.

Il Direttore