EDITORIALE DELLA DOMENICA. SAN NICANDRO: UN PUZZLE ANCORA DA CHIUDERE

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E‘ arrivata la notizia attesa della data delle amministrative. Si voterà a fine settembre o, al massimo, all‘inizio di ottobre prossimo. Credo sia la prima volta che a San Nicandro si andrà al voto alla fine dell‘estate con la novità che la campagna elettorale si svolgerà oltre che sui marciapiedi di San Nicandro anche sotto gli ombrelloni di Torre Mileto. I partiti e i movimenti che si stavano preparando per la competizione ora allenteranno i loro programmi e le strategie messe in campo devono essere rimodulate e diluite nel tempo. I problemi interni dei partiti a livello nazionale non sembra possano avere influenza nè sulle coalizioni da formare, nè sui risultati. Insomma si gioca tutto in casa propria come è giusto che sia perché i problemi sono locali della comunità e deve essere questa a decidere da chi farmi amministrare.

Intanto qualche novità sta emergendo in campo e cioè la nuova coalizione che gravità del mondo del centrodestra che comprende tre movimenti e che ha l‘ambizione legittima di proporre idee e proposte. Altrettanto le due nuove new entry che ambiscono a risultati importanti per essere presenti nella prossima consiliatura. Oltre all‘accordo già comunicato tra i due partiti nell‘ambito di centrosinistra, dal versante del centrodestra si sono tenuti degli incontri interlocutori che non hanno, almeno finora, portato a casa risultati importanti. Sempre in quest‘ambito politico sembra possa esserci una dispersione di idee con la possibilità di più competitori.

Impossibile immaginare che il nuovo governo della città di San Nicandro possa essere una fotocopia di quello nazionale con quasi tutti i partiti dell‘arco costituzionali presenti nel governo. In quel momento storico forse la soluzione era quella anche se questa esperienza nazionale sta lacerando alcuni partiti e sembra sia iniziata una nuova fase che vedrà un Capovolgimento totale forse anche di alcune ideologie politiche storiche.

A San Nicandro questo non funzionerebbe mai perché il personalismo partitico non vuole cedere il passo al dialogo tra competenze, all‘accettazione dell‘altro come migliore di sè stesso, al convincimento che non è l‘uomo solo al comando la strategia vincente ma la rielaborazione di idee che toccano profondamente il cuore dei problemi della gente e, addirittura, l‘anticipare i loro bisogni con lo sguardo verso un futuro collettivo.

Ad oggi è presto scommettere su qualcuno o su una coalizione. È ancora troppo presto in quanto le pedine del gioco non sono state tutte utilizzate e ci vorrà del tempo per la costruzione del puzzle ma non per questo la politica sarà in stand by in quanto gli attori da mettere in scena potrebbero recitare parti diverse in una commedia che è ancora tutta da scrivere.

Il Direttore