EDITORIALE DELLA DOMENICA. L’UMILTA’ A SAN NICANDRO, UNA PAROLA ORMAI SCONOSCIUTA

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Puntare il dito su qualcuno o qualcosa è davvero semplice come pure dare le colpe agli altri esonerando sè stessi da ogni giudizio. Comportamenti che ci aiutano a non avere mai nessuna colpa e che ci fanno star meglio come fossimo persone dal giudizio insindacabile. Insomma noi siamo migliori e, quindi, possiamo dire ogni cosa sugli altri. Beh, non è proprio così!

A parte il Vangelo e chi deve scagliare la prima pietra sulla Maddalena, quello che spesso si dimentica è una strana parola ormai in disuso che non si sente mai pronunciare sia dalla politica che dalla gente comune, “Umiltà” il cui significato viene associato al buonismo più assoluto di una persona senza decisioni, di colui che sta in disparte quasi a voler evitare problemi. Invece l’umiltà è l’essenza di chi è sapiente, di chi vuole decidere nel modo migliore, di chi non usa l’arroganza per avere ragione, di chi non sa essere falso, di chi affronta il destino di uomo alla pari con gli altri senza ergersi a paladino della conoscenza, di chi non si vuole confondere con una diffusa falsa morale tanto in voga e che tanto piace, di chi sa anche di poter sbagliare ma, se lo fa, ammette il proprio operato nel rispetto di un’etica che agli altri manca.

Se, ad esempio, la periferia di una città non è pulita come dovrebbe essere forse la colpa è anche di coloro che buttano immondizia dappertutto e poi criticano la mancanza di igiene pubblica senza l’umiltà necessaria di accorgersi di un comportamento ambiguo e sbagliato. Se il governo locale fa qualche crepa forse la colpa è anche di situazioni pregresse che condizionano l’operato e quindi occorre l’umiltà di ammettere la situazione difficile, come bisogna avere l’umiltà di riconoscere all’interno dei poteri decisionali una lentezza programmatica. Come pure capire quando termina il tempo “politico” di una persona con l’umiltà di accettarne l’evidenza storica. Si vuole ricordare che non esiste leadership senza umiltà. Ed ancora, se l’opinione pubblica è quasi assente nel panorama decisionale, forse le manca l’umiltà di cominciare un cammino comune scegliendo invece l’isolazionismo individuale al posto di creare ponti per il futuro.

Insomma, l’umiltà ad ogni costo per una convivenza comune che potrebbe essere decisionismo sfrenato con il quale risolvere ogni cosa all’insegna di un rispetto reciproco per un obiettivo da concordare e da raggiungere.

Il Direttore