EDITORIALE DELLA DOMENICA. DOPO L’EMERGENZA COSA CAMBIERA’ NELLA POLITICA LOCALE?

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Questa emergenza sanitaria sta veramente cambiando molte cose e anche sociologi e psicologi confermano mutamenti nei comportamenti da parte di adulti ma anche dei bambini costretti a rimanere in famiglia senza giocare con altri bimbi della loro stessa età.

In tutto questo evolversi di una nuova dimensione del vivere comune, c’è sempre qualche eccezione e, questa volta, riguarda la politica che continua nelle sue divisioni “o con me o contro di me”. Se si prova a dire di non essere d’accordo, allora sei contro. E’ come dire che hai il diritto di parlare ma io non voglio ascoltarti affatto.

Bella democrazia! In un momento difficile dove tutti hanno bisogno di tutti e si continua a dire che “tutto andrà bene”, c’è ancora una forte resistenza al cambiamento per un nuovo modo di approcciarsi all’altro. Questo sia a livello nazionale che nei governi delle periferie locali.

San Nicandro, naturalmente, non fa eccezione a tutto questo. E’ palpabile che manca la capacità di operare insieme e lo sforzo individuale non può dare i risultati voluti quando invece bisogna aprirsi al contributo di idee. Per stare insieme dobbiamo essere aperti, ripartire dalle persone e integrarsi agli altri. Quello che occorre non è uno scontro tra persone, ma uno scontro tra idee per costruire insieme e mettere una cittadina in marcia senza mai rassegnarsi. Tutti devono dare una mano per percorrere una strada in salita.

La politica locale non deve avere politiche dell’immediato perché occorre pensare al futuro, al nostro crollo demografico. E’ questo il momento di avvicinarsi alla politica e ripartire dalla integrazione di persone perché c’è ancora spazio e opportunità e si può fare veramente ancora molto per un cambiamento che comincia da noi. Inutile lamentarsi non della politica ma dei politici. Occorre costruire un ponte molto solido per la soluzione dei problemi con una qualità di gruppi dirigenti, con le competenze, con proposte che non siano solo speranze e riprendere una passione da molto tempo dimenticata.

Basta a chiusure mentali e a rifiuti di dialogo. Si mettano a confronti le idee riconoscendo anche che forse quelle degli altri sono migliori delle nostre. Questo non rappresenta nessuna sconfitta personale ma evidenzia una capacità di onestà intellettuale che va oltre il proprio orgoglio.

Questa pandemia, prima o poi, finirà e sarebbe meglio cominciare a capire che la gente vuole essere ascoltata e per centrare l’obiettivo non si deve né essere a favore, né essere contro, ma essere “per” qualcosa o qualcuno. E, per non vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, riempiamolo tutto e tutti vedremo sempre il bicchiere pieno.

Il Direttore