COSA RENDE UN AMORE DAVVERO ETERNO: LA PREMURA

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Farsi carico dell’altro. Con cura, sollecitudine, delicatezza. Una terapia naturale contro il narcisismo e l’indifferenza

IMPORTANZA DELLA PREMURA

Alla fine, quando il tempo spegne la passione, quando il desiderio si eclissa, quando l’abitudine ha scavato nel corpo e nel cuore come una goccia d’acqua, del vero amore, questo sì destinato a durare in eterno, non resta che una cosa: la premura. Il farsi carico dell’altro, con cura, sollecitudine, delicatezza. E continuità.

La premura è stata rimossa dalla civiltà dell’Io, che tende a mettere sempre e solo se stessi al centro dell’universo, lasciando agli altri spazi marginali dei nostri sentimenti e del nostro tempo. E invece si tratta di una tipica virtù dialogica, motore di una relazione che può riguardare due singole persone o anche il rapporto tra un leader e il suo popolo.Un uomo politico sprovvisto della premura, per esempio, sarà sempre portato a tradire i suoi elettori, a ignorarli fino al momento del voto, quando avrà bisogno di loro. Un politico premuroso invece allarga l’orizzonte dei suoi fini a ciò che viene definito il bene comune, qualcosa che sta prima del nostro interesse individuale.

L’esercizio della premura è una ricerca, quasi ossessiva, di un equilibrio tra ciò che dobbiamo fare, e la relativa azione, e ciò che dobbiamo solo recepire e ascoltare, in attesa di tempi maturi. Un genitore troppo premuroso, inquinato dallo zelo e da un amore viscerale ed egoistico, rischia di fare danni ai propri figli, di renderli insicuri e poco indipendenti. La premura non è invadente, non scivola sul rito dell’ossequio, impone una pausa di riflessione e perfino di meditazione. Ancora una volta, l’eccesso può fare danni. Un uomo troppo premuroso nei confronti della propria donna scade nel formalismo, in quella educazione fatta di simboli e di atteggiamenti, ma poverissima di sostanza. E prima o poi paga pegno, con la perdita di autorevolezza.

Gli antichi romani conoscevano benissimo la linea di demarcazione, il confine, che la premura non deve mai attraversare. Lo storico Svetonio attribuì all’imperatore Augusto l’antico motto ‘Festina lente’, un apparente ossimoro, il giusto dosaggio, in realtà, nel bilanciamento dei nostri comportamenti. Riusciamo a essere efficaci con le nostre premure, quando mescoliamo la fermezza con la cautela, la convinzione di un’idea, magari di un aiuto, da portare avanti, con la delicatezza nel proporla, senza forzature.

La premura è un gioco di sentimenti. Una lenta ma emozionante navigazione nel cuore delle persone, nel tentativo di attraversarlo senza scosse e in profondità. E in questo approccio, è una virtù che cura il micidiale morbo dell’indifferenza abbinata al narcisismo. Gli altri ci sono, ci aspettano e hanno bisogno di noi. Ma non per questo dobbiamo assalirli, o andare a caccia dello scalpo della loro volontà. (nonsprecare)