Il Consiglio Comunale di Foggia ha approvato ieri una mozione, presentata nei mesi scorsi dal prof. Nunzio Angiola, consigliere comunale e segretario provinciale del movimento Cambia, che impegna la Sindaca e la Giunta ad avviare uno studio di fattibilità per la realizzazione di una piccola area all’interno del cimitero comunale, da destinare alla sepoltura dei defunti di religione musulmana.
La proposta, promossa insieme ad Armando Morelli, responsabile immigrazione del movimento Cambia, nasce da una richiesta della comunità islamica foggiana, accompagnata da una petizione con 113 firme, tra cui quelle del compianto Giovanni Palmulli e di Khaled Djelloul.
Un atto pienamente legittimo e conforme alla normativa
Questa iniziativa si fonda su un solido quadro giuridico che comprende:
• l’art. 8 della Costituzione, che riconosce pari libertà a tutte le confessioni religiose;
• l’art. 19, che tutela la libertà di culto in tutte le sue forme, anche rituali;
• l’art. 100 del D.P.R. 285/1990, che prevede la possibilità di istituire reparti separati nei cimiteri per culti diversi da quello cattolico;
• il Regolamento comunale di Polizia Mortuaria del Comune di Foggia, approvato con Delibera del Consiglio Comunale n. 32 del 6 luglio 2012, che già contempla all’art. 53 la possibilità di istituire aree riservate all’interno del cimitero per culti religiosi diversi e che potrà, se necessario, essere aggiornato d’intesa con i rappresentanti della comunità musulmana locale.
Nessun costo, grande valore
Il progetto è a costo zero per il Comune, non prevede edificazioni, ma solo la destinazione di un’area del cimitero. Si tratta di un gesto concreto di inclusione e rispetto, in linea con quanto già avviene in altre città italiane come Bari, Gioia del Colle e Milano.
Il rito funebre islamico prevede infatti tre fasi fondamentali (Ghusl – lavaggio rituale; Kafan – vestizione; Dafan – sepoltura a terra con orientamento verso la Mecca), che necessitano di un contesto adatto per poter essere svolti in modo conforme alla tradizione religiosa.
Il rispetto genera rispetto
Come ricordava Khalil Gibran, “la morte non è che il passaggio dalla riva del tempo a quella dell’eternità. Ma quel passaggio merita rispetto, per ogni essere umano.”
La città di Foggia, con questo atto, tutela un diritto fondamentale e lancia un messaggio chiaro: inclusione e rispetto reciproco non sono in contrasto, ma si rafforzano reciprocamente. Riconoscere diritti nel rispetto delle regole è ciò che rende una comunità davvero giusta e coesa.
Siamo certi che la comunità islamica saprà ricambiare questo gesto con senso civico, rispetto delle regole e volontà di pacifica convivenza, in uno spirito di mutua fiducia e responsabilità.
Una scelta che riguarda tutti
Molti dei cittadini interessati da questa misura sono già italiani, oppure hanno coniugi e figli cittadini italiani, nati e cresciuti in Italia.
Non si tratta dunque di un’eccezione o di una deroga, ma di un gesto di pieno riconoscimento verso una parte viva, che deve integrasi sempre meglio, della nostra comunità.
Questo non è un privilegio, ma una garanzia di uguaglianza sostanziale, base imprescindibile di una democrazia vera.
È così che si costruisce una migliore convivenza civile: riconoscendo diritti, ascoltando i bisogni, promuovendo, se non esigendo, rispetto delle regole e coesione.
Solo partendo da questi valori possiamo immaginare una città più unita, più giusta e più forte nel suo patto sociale.
«Non si tratta di fare propaganda, ma di fare giustizia – ha dichiarato il prof. Nunzio Angiola –. È un gesto semplice, concreto e civile. Che dice chi vogliamo essere come città: aperti, giusti, moderni, capaci di riconoscere ogni persona, anche nel momento più fragile della sua esistenza. Il rispetto genera altro rispetto reciproco.»