“Quanto accaduto nei giorni scorsi lungo l’autostrada A2, dove un’ambulanza della Misericordia di Orta Nova si è ribaltata durante un trasporto sanitario straordinario, ha scosso l’intera comunità della provincia di Foggia. Un incidente grave, che solo per un soffio non si è trasformato in tragedia. A bordo c’erano cinque persone: il paziente, sua moglie e tre volontari. Tutti, per fortuna, salvi. Ma uno di loro è ancora ricoverato, con fratture e dolore, dopo aver compiuto — ancora una volta — un atto di puro altruismo.
Parliamo di Abdul Arain, soccorritore instancabile, rifugiato politico, uomo mite e coraggioso che da anni vive in Italia, e da anni serve — con discrezione e dedizione — la comunità che lo ha accolto. Abdul è quello che chiamiamo un cittadino esemplare: non solo perché aiuta, ma perché lo fa senza chiedere nulla in cambio. È sempre presente, sempre disponibile, sempre in prima linea quando c’è da mettersi a servizio degli altri.
Eppure, ad oggi, lo Stato non ha ancora riconosciuto la sua cittadinanza.
Una ferita che grida forte. Una mancanza che non si può più ignorare.
Lo hanno detto con parole bellissime i Fratelli della Misericordia di Orta Nova nel loro comunicato ufficiale, che condividiamo e facciamo nostro:
“Abdul è un cittadino italiano nei fatti. Ora sarebbe bello che lo fosse anche nei documenti.”
Siamo convinti che la vera appartenenza non si misuri solo su un foglio, ma nei gesti, nel cuore, nella responsabilità. E Abdul, da anni, ha già superato a pieni voti tutte queste prove.
Oggi chiediamo a gran voce che le istituzioni facciano la loro parte. Non per “concedere” qualcosa. Ma per riconoscere ciò che è già evidente: che Abdul è parte viva di questo Paese. Che rappresenta il volto migliore dell’Italia che aiuta, accoglie, si prende cura.
A lui va la nostra vicinanza, il nostro affetto e la nostra ammirazione.
Alla Misericordia Orta Nova va il nostro grazie per l’opera immensa che continua a svolgere con umiltà e coraggio, nonostante le difficoltà e la perdita dell’unica ambulanza marciante.
Ora serve un gesto concreto.
Lo Stato riconosca, finalmente, ciò che il cuore della gente ha già capito da tempo: Abdul Arain è italiano.
Nunzio Angiola