1933, I PROBLEMI DELLA PESCA E DELLA BONIFICA NEI LAGHI DI LESINA E VARANO

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Carta dal Piano generale per la bonifica del comprensorio, 1933

E’ il 1933 e nel Piano per la bonifica di Capitanata si descrive la situazione igienico-economica delle lagune di Lesina e Varano. Diverse sono le riflessioni non distanti da quelle odierne che mettono in luce problemi ancora attuali rimasti sempre irrisolti come i piani di gestione delle lagune.

Frammenti dal “Piano generale per la bonifica del comprensorio” (1933):

La Laguna di Lesina ed il Lago di Varano sono attualmente sfruttati a scopo di pesca in modo del tutto irrazionale, sia per quanto riguarda le epoche ed i metodi di pesca, sia per quanto concerne la organizzazione di smercio, talché in totale si ricavano alcune migliaia di quintali di prodotto con prezzo medio notevolmente basso.

Le opere tendenti al risanamento igienico dei due Laghi del nostro Comprensorio, migliorando le condizioni di abitabilità, che influiscono fortemente sul richiamo e sull’accrescimento del pesce, apporteranno indubbiamente un notevole aumento della produzione ittica, che, secondo il parere di competenti studiosi della materia, potrebbe raggiungere il quantitativo annuo di almeno Quint. 40 mila di pesce tra tutti i due laghi, sempre che sia rigidamente regolata la pesca in modo che essa si svolga con sani criteri di sfruttamento metodico e razionale.

Ma non uguale miglioramento sembra si otterrebbe nel valore della produzione, se non fosse organizzata logicamente la vendita del pesce: sempre secondo il parere dei detti studiosi non è possibile pensare di ottenere un buon reddito dalla pesca, se si insiste nella produzione di pesce fresco per tutto il quantitativo che si ricava nei due laghi, poiché tale produzione, oltre ad avere un mercato di modesto raggio, è ristretta a pochi periodi dell’anno, talché nei momenti di pletora il prezzo diventa bassissimo e non mancano i casi in cui il prodotto rimane invenduto e deve essere distrutto.

L’indirizzo tecnico produttivo dovrebbe quindi essere quello tendente alla preparazione del pesce conservato per le quantità che risultano esuberanti per il consumo di prodotto fresco, contribuendo in tal modo i due laghi del Tavoliere ad una reale e sostanziale sostituzione, per quanto parzialissima, del pesce conservato straniero, che grava in modo non disprezzabile sulla nostra bilancia commerciale.

Un unico organismo dovrebbe gestire entrambi i laghi, per evitare pericolose concorrenze e mal regolato adeguamento delle produzioni fresche ai consumi; il suo specifico carattere, la necessità di potente attrezzatura tecnica e finanziaria ci inducono a ritenere indispensabile che esso sia di natura prettamente industriale.
Non vogliamo infine tacere che quanto precede è subordinato alla necessità di distribuire in modo logico ed adatto il poco lavoro occorrente per la pesca tra i molti pescatori locali, per raggiungere anche in questa branca di attività i fini sociali e politici che la bonifica persegue.

[…]

Gruppo C – Bacino del Lago di Varano – L. 6.500.000

Nella progettazione di massima ed esecutiva, fatta a cura del Consorzio di bonifica del Lago Varano, è prevista, per la parte idraulica, l’esecuzione delle seguenti opere:

1) Sistemazione dei numerosi valloni solcanti il Comprensorio, mediante regolarizzazione ed ampliamento degli alvei, imbrigliamenti, arginature, ecc. (circa 13,5 Km. di sviluppo longitudinale).

2) Eliminazione delle zone paludose lungo le sponde del lago, mediante colmata eseguita con materie provenienti dal drenaggio del fondo lacuale e sostenuta da una scogliera prospiciente il lago.

3) Risanamento del piano di Muschiatura – Gli studi riguardanti questa bonifica sono, fino ad oggi, del tutto incompleti, nè il ristrettissimo tempo che si è avuto a disposizione dalla costituzione del Consorzio Generale alla redazione del presente Piano ha consentito di effettuarne altri più profondi e sicuri.

E quindi impossibile indicare oggi la più adatta soluzione del problema, sia nei riguardi economici, sia nei riguardi della piena rispondenza, efficienza e stabilità delle opere che si andrebbero a costruire.

Domenico Sergio Antonacci