PADRE PIO, BUSINNES DELLE STATUE RELIGIOSE. SPUNTANO ANCHE I BISCOTTI

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Il business delle statue religiose al centro di un focus redatto da Repubblica. Protagonista Padre Pio, in questi giorni sulle prime pagine di tutti i giornali per la traslazione della salma da San Giovanni Rotondo a Roma per il Giubileo della Misericordia. E puntualmente si rilanciano gli affari dei venditori di statue e statuette, quadri e cornici dedicati al santo di Pietrelcina. Le statue appaiono da un giorno all’altro e non a caso. Dietro di loro ci sono infatti la fede e il business. Sono esattamente 2.600, – scrive Repubblica -, i gruppi di preghiera sparsi in Italia, ispirati al carisma di Padre Pio. E quasi tutti riescono a costruire un luogo di culto in suolo pubblico. “Certo – racconta Maria Pia, che dal 1977 lavora all’ufficio centrale dei gruppi di preghiera aSan Giovanni Rotondo – ci sono già le chiese e i conventi. Ma chi non li frequenta, può avere beneficio dall’incontro casuale con la statua del Santo. Magari si avvicina alla fede”. Il business è nato a San Giovanni Rotondo e Pietrelcina quando Padre Pio era ancora in vita e si è propagato anche al nord, cambiando stampi e catalogo in aziende che producevano i leoni di marmo o i sette nani. “Nella mia fabbrica – dice Francesco Bisceglia, titolare della pregiata Resin’Art a San Giovanni Rotondo – produco statue di Padre Pio alte da 30 centimetri a 5 metri. I prezzi? Dai 10 euro per le più piccole – ne produco 2.000 al giorno – ai 40.000 euro di quelle più grandi (ne vendo 70 all’anno), in resina e fibra di vetro. Ma se si vuole San Pio alto 6 metri in bronzo fuso, si sale a 120.000 euro. Ormai Padre Pio è in ogni piazza e giardino, soprattutto al Sud. È come un amico di famiglia, bisogna tenerlo vicino. Quante sono le sue statue oggi in Italia? Lei dice 1.000, 10.000, 20.000? Di più, di più. Centomila? Di più, di più”. Un San Pio in bronzo ha trovato casa anche in piazzale Salvo D’Acquisto, a Parma, accanto al monumento al carabiniere martire. A Podenzano nel piacentino c’è chi ha chiesto se la statua del santo paghi l’occupazione del suolo pubblico. “Perché, Garibaldi la paga?”, ha risposto Manfredi Saginario, neurologo e psichiatra di Parma, pronipote di Padre Pio e organizzatore di pellegrinaggi. “Io sono favorevole alle statue. Padre Pio è un Santo vicino alla sofferenza, al dolore, al disagio. La presenza della statua può alimentare sentimenti di umanità, bontà e onestà”. In cielo, in terra, in ogni luogo. Già nel 1998 un Padre Pio di 3 metri (12,5 quintali più 110 quintali di basamento) – ricorda la testata nazionale – è stato immerso a 10 metri di profondità nel mare di Capraia alle Isole Tremiti. “Si possono fare immersioni in apnea”. A Ogliastro Cilento si vuole invece portare la statua (quasi) in cielo. “Sarà alta – racconta il sindaco, Michele Apolito – 55 metri e con la base arriverà a 70 metri. Abbiamo firmato un protocollo d’intesa con un Comune vicino, Prignano. Siamo a 370 metri di altezza e con i 70 metri in più della statua potremo vedere il golfo di Napoli. Vogliamo il turismo religioso, e con i soldi che guadagneremo apriremo un centro di ricerca sulle malattie tumorali. Insomma, nessuna speculazione affaristica, anche se puntiamo a creare posti di lavoro. Per questo abbiamo chiesto un finanziamento all’Ue, con i fondi per il turismo e la ricerca”.
E non è tutto. Ora Padre Pio c’è anche a colazione. Ecco “gli invitantissimi biscotti di Padre Pio – scrive Selvaggia Lucarelli su Facebook -. Mmmmm ho l’acquolina santa in bocca”. (limmediato)

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