OPERAZIONE “BLACK FIRE” IN PROVINCIA DI FOGGIA

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Legambiente: “Si punti su prevenzione e potenziamento dei controlli, anche aerei, in una provincia fortemente colpita da tombamenti, traffico illecito di rifiuti e incendi”

Plauso di Legambiente Puglia al lavoro della Direzione distrettuale antimafia di Bari e dei Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Bari per l’operazione “Black Fire” che, nella giornata di ieri, ha portato al sequestro di un’intera azienda per la gestione dei rifiuti dedita ad attività di smaltimento illecito di diverse migliaia di tonnellate di rifiuti speciali, riversati in aree agricole e in siti non autorizzati dove venivano incendiati, che ha interessato la provincia di Foggia.

I rifiuti speciali in balle, per lo più composti da materiale plastico ed indifferenziato, provenienti dalla raccolta differenziata effettuata nei comuni del capoluogo dauno, dopo essere stati raccolti e trasportati presso il sito di stoccaggio della società per recupero rifiuti, invece di essere conferiti presso i siti di smaltimento, sarebbero stati trasportati presso siti agricoli e dati immediatamente alle fiamme o trasportati e stoccati per qualche settimana presso capannoni nelle disponibilità degli indagati per poi essere completamente incendiati. Le aree e i siti interessati dagli incendi sono ubicate nei comuni di Foggia, San Severo, Apricena, Serracapriola, Poggio Imperiale e Carpino.

“L’operazione Black Fire – dichiara Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – dimostra ancora una volta il ruolo dell’imprenditoria deviata nel ciclo illegale dei rifiuti, che resta uno dei settori prediletti dalla criminalità ambientale. Si tratta di un fenomeno diffuso nella provincia di Foggia, uno dei più pericolosi nel danneggiare i territori, la salute dei cittadini e le imprese serie. Secondo i dati dell’ultimo rapporto Ecomafia di Legambiente, nella classifica provinciale dell’illegalità nel ciclo dei rifiuti nel 2016, a livello nazionale, Foggia si piazza al quinto posto con 146 infrazioni accertate. Chiediamo che si parta da un’attività di prevenzione sino al potenziamento dei controlli in un territorio fortemente colpito da tombamenti, traffico illecito di rifiuti e incendi, anche attraverso un capillare monitoraggio aereo”.

Secondo i dati dell’ultimo rapporto Ecomafia di Legambiente, la Puglia è la prima regione per numero di arresti, ben 42, nel ciclo illegale dei rifiuti. Per i reati legati alla malagestione dei rifiuti, la Puglia occupa il secondo posto, con 644 infrazioni accertate, l’11,3% sul totale nazionale, 760 persone denunciate e 294 sequestri effettuati. Sul fronte dei trafficanti di rifiuti, dal 2002 al giugno 2017, nella nostra regione, ci sono state 60 inchieste contro attività organizzate per il traffico illecito dei rifiuti, circa il 17,3% delle inchieste su tutto il territorio nazionale. Inchieste che hanno portato a 176 ordinanze di custodia cautelare, 420 persone denunciate, e hanno coinvolto 72 aziende con oltre 3,5 milioni di tonnellate di rifiuti sequestrate.

“A conferma del proficuo lavoro di presidio del territorio e di contrasto alle varie forme di illegalità ambientale, soprattutto sul fronte della gestione illecita dei rifiuti – conclude Tarantini – Legambiente e Libera, lo scorso agosto, hanno assegnato il Premio Ambiente e Legalità alla Capitaneria di Porto di Taranto e al Reparto operativo aeronavale della Guardia di finanza della Regione Puglia, per l’operazione Poseydon che ha portato all’arresto di 14 persone per i nuovi delitti di inquinamento e di disastro ambientale, facendo da battistrada in Italia dopo l’avvento dei reati ambientali tra quelli penali”.

Nel corso dell’anno 2016, gli uomini della Guardia di Finanza del Comando Regionale Puglia hanno sequestrato oltre 15.000 tonnellate di rifiuti industriali, 13 discariche abusive e constatato un’evasione dell’ecotassa per un ammontare complessivo pari a euro 9.500.000.

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