ASSENTEISMO AL COMUNE DI CARPINO, CUSTODIA CAUTELARE A CARICO DI 11 PERSONE

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Nelle prime ore della mattinata di ieri, i Carabinieri della Compagnia di Vico del Gargano hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Foggia su richiesta   della   locale   Procura   della   Repubblica, nei   confronti   di   11   persone (10   dipendenti   e   1 responsabile di settore) del Comune di Carpino, ritenuti responsabili dei reati di truffa continuata, interruzione di un servizio pubblico e false attestazioni o certificazioni.

Le   indagini,   iniziate   nel   febbraio   2018   a   seguito   di   segnalazione   anonima,   hanno   consentito   di accertare   come   sia   invalso   l’uso   da   parte   degli   indagati,   di   cui   1   responsabile   di   settore   e   10 impiegati del Comune di Carpino, di attestare falsamente la loro presenza in ufficio attraverso la timbratura elettronica del badge magnetico per poi allontanarsi dal luogo di lavoro per svolgere incombenze personali o comunque non attinenti i rispettivi compiti di servizio.

Informata tempestivamente dai Carabinieri del NORM sugli esiti positivi avuti a seguito di alcuni riscontri al contenuto dell’anonimo, infatti, la Procura della Repubblica di Foggia ha subito colto la fondatezza della notizia e la necessità di ulteriori approfondimenti, disponendo   l’installazione di telecamere nascoste in  prossimità degli ingressi  del Municipio e della  macchinetta marcatempo. Dalla visione delle immagini è emerso che gli odierni arrestati, dopo aver regolarmente timbrato l’ingresso, si allontanavano dal posto di lavoro senza timbrare l’uscita recando, dunque, un danno all’ente comunale che regolarmente elargiva i relativi stipendi. Infatti, subito dopo la timbratura d’ingresso, i dipendenti interessati si allontanavano dal luogo di lavoro per farvi rientro solo nelle fasce orarie di apertura al pubblico, trascorrendo la buona parte della giornata lavorativa all’esterno degli uffici a colloquiare al cellulare o con i passanti, a leggere il giornale e ad assolvere ad altre incombenze personali. Molti dipendenti sono stati ripresi mentre rientravano in Comune con grosse buste della spesa o si allontanavano a bordo di vetture private. Addirittura, nei giorni di rientro pomeridiano, ossia il mercoledì ed il venerdì, alcuni si sono assentati per l’intero orario lavorativo, presentandosi in Municipio solo per timbrare l’entrata e l’uscita, maturando così il diritto anche al compenso per lo straordinario.

La   prassi   appena   descritta   è   stata   praticata   e   avallata   anche   da   chi   aveva   la   responsabilità del controllo. Lo stesso dirigente responsabile del controllo sul personale, infatti, su un totale di 64 giorni lavorativi monitorati ha collezionato più di 50 assenze ingiustificate, risultando assente per una media di 1 ora e 34 minuti al giorno. Non solo. Agli atti del Comune di Carpino non risultavano nemmeno provvedimenti disciplinari in merito alle mancate timbrature o ad assenze ingiustificate. Ciò   che è  emerso  con  forza   durante  le  indagini  è   soprattutto   la  spregiudicatezza   dei  dipendenti comunali: l’abitualità dei loro comportamenti, anche dopo alcuni accessi effettuati dai Carabinieri nel Comune durante le indagini, è sintomatica di una prassi consolidata e diffusa, avallata dallo stesso Responsabile del Personale, sorretta evidentemente da un senso di impunità. Tra l’altro gli accertamenti sulla perfetta funzionalità della macchina marcatempo e la chiarezza delle immagini captate hanno consentito di fornire un quadro indiziario solido e di accertare inconfutabilmente i reati rubricati dalla Procura della Repubblica di Foggia.

Le condotte censurate hanno causato un pesante danno erariale. Infatti, in circa due mesi e mezzo di attività d’indagine (febbraio – aprile 2018) si è stimato un danno patrimoniale per le casse pubbliche pari a circa 24.000 euro. Una somma ingente per un piccolo ente comunale come quello di Carpino. In un territorio dove si parla spesso di mafia e dove è necessaria una convinta partecipazione di tutta la   popolazione   e   delle   Istituzioni   a   un   progetto   comune   di   rispetto   della   legalità, l’operazione odierna ha il valore non solo di interrompere una perdita erariale ma soprattutto di ripristinare il rispetto della legge anche da parte di chi  esercita un lavoro  di pubblica utilità e  che per primo dovrebbe dare l’esempio.

Sono   stati   colpiti   dal   provvedimento   cautelare   D.  A.,   classe   1965, C. G., classe 1956, D. F. D., classe 1952, D.B. M., classe 1960, D. V. A. R., classe 1963, L. T. M., classe 1960, M. A., classe 1973,   P.   L.,   classe   1954,  S.   M.,   classe  1954,  V.  P.,   classe 1952 e M. N., classe 1960. Dopo le formalità di rito, gli arrestati sono stati sottoposti al regime degli arresti domiciliari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.